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Versante Sud Etna Bianco, l’anteprima del vino di Serafica

Da una scenografica vigna mista, antica, abbarbicata su un cono vulcanico, gli alberelli contorti di Carricante trovano buona compagnia in vitigni ormai divenuti reliquia, e la linea di punta dell’azienda di Nicolosi si arricchisce di una nuova etichetta, dopo il Macerato presentato a Vinitaly 2023.
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Da una scenografica vigna mista, antica, abbarbicata su un cono vulcanico, gli alberelli contorti di Carricante trovano buona compagnia in vitigni ormai divenuti reliquia, e la linea di punta dell’azienda di Nicolosi si arricchisce di una nuova etichetta, dopo il Macerato presentato a Vinitaly 2023. 

Serafica valorizza la viticultura eroica della “Vigna del Nonno” con le esclusive 1.483 bottiglie provenienti da questo vigneto sul Monte Arso, allevato a 900 metri sul livello del mare e con oltre il 30% di pendenza. Proprio tra queste scoscese pendici del versante Sud dell’Etna, dove il sole bacia generosamente le vigne aggrappate al suolo vulcanico, nasce così un capolavoro enologico che porta con sé l’anima di questa terra antica.

Un vero scrigno di biodiversità, da cui scaturisce la versione più ricercata dell’Etna Bianco firmata Serafica Terra di Olio e Vino, frutto di una selezione di uve che hanno origine dalla vigna ad alberello piantata dal bisnonno, emigrato di ritorno dall’America che credette da subito nel recupero delle attività di viti ed olivicultura, ed al quale i nipoti e pronipoti hanno voluto dedicare i loro attuali sforzi, profusi per estrarre a fatica il prezioso nettare dagli eroici alberelli vista mare.

Qui a Monte Arso, un vulcano spento ai piedi della grande Montagna, tutto ha infatti ha avuto origine quando Andrea Serafica, di ritorno dall’America nel 1950, si è dedicato alla coltivazione di vigneti e uliveti, ed oggi l’azienda lo racconta al meglio, attraverso la linea di punta Versante Sud. Il nuovo vino, Etna Bianco 2021, che si aggiunge al Macerato 2021 ( che fa ben 28 gg. di macerazione sulle bucce ) presentato allo scorso Vinitaly e proveniente dallo stesso vigneto, etichetta che si caratterizza per la diversità delle uve a bacca bianca e la pendenza di oltre il 30 % del rosso terreno sabbioso, a 900 metri sul livello del mare. 

Le due etichette nascono in corrispondenza con l’entrata in azienda dell’enologo Nicola Colombo. Quattro i vignaioli che manualmente si dedicano a questo vigneto, garantendo grande esperienza, ma Giuseppe Borzì ci racconta come non vi sia all’orizzonte il necessario ricambio generazionale. Ma la sfida è ancor più stimolante per far conoscere l’espressione di queste uve di Carricante “maritate” con le varietà reliquia come Minnella, Insolia, Catarratto, Corinto greco, Coda di Volpe, Bianchetta e Visparola, frutto di una vigna che da un lato guarda la vetta del vulcano attivo più alto d’Europa e dall’altro Catania e il mar Jonio.

Questo vino rappresenta tutta la nostra essenza – sottolinea ancora Giuseppe, responsabile commerciale dell’azienda – crediamo molto in questo territorio ed i nostri vini ed oli sono frutto di una continua e appassionata ricerca del meglio del Versante Sud dell’Etna”. In un abbraccio di terra vulcanica, dove la maestosità della montagna si fonde con la viticoltura eroica che da secoli racconta questo terroir, il Versante Sud Etna Bianco 2021 si pone come un dovuto omaggio alla tradizione, alla passione e alla bellezza di queste terre. 

L’etichetta frutto di una bassissima resa del 35%, da uve certificate in biologico e con impercettibili 25 milligrammi di solforosa, esprime il carattere distintivo di questi vini estremi, con un design raffinato e affascinante, che cattura la forza e la bellezza del vulcano, anticipando l’eleganza e l’equilibrio racchiusi nella bottiglia. All’assaggio esprime già una complessità notevole, sorretta da una grande spalla acida, che ne fanno un importante etichetta di bianco longevo, frutto di queste particolare sabbie vulcaniche rosse, grossolane e drenanti, insomma una bottiglia da mettere anche in cantina, per regalarsi belle sorprese negli anni. Vinificato e imbottigliato integralmente in questa azienda, che chiude la propria filiera. 

Ma il racconto di Serafica racchiude tanto altro! Così negli anni’90, la scoperta ricercata di un pozzo di acqua potabile, fece trovare alla famiglia una falda acquifera, a ben 250 mt di profondità sotto lo strato lavico, la preziosa fonte d’acqua che ancora oggi sgorga briosa e rinfrescante. La storia produttiva di ritorno della famiglia si sviluppa con il bisnonno all’inizio intorno agli ulivi, e negli anni l’azienda ha così scelto di valorizzare la Nocellara dell’Etna, cultivar principale del territorio.

Nascono così 4 linee di pregiato olio e.v.o. , dalla 01, alla 04. In particolare la 01, frutto di ulivi secolari posti a 1000 mt. di altitudine, in territorio di San Leo tra Belpasso e Ragalna, un Monte Etna Dop, che abbiamo potuto apprezzare con il loro pane di segale, la cui tendenza dolce si sposa perfettamente con il benefico amaro dell’olio. Di gran successo anche gli aromatici ottenuti per infusione e macerazione dala linea 04.

Già , accennavamo alla segale, un’altra storia d’eccellenza di Serafica !

Era il 2012 quando lo zio di Giuseppe e Maria Ausilia Borzì, Andrea Serafica che insieme al figlio Nino ed ai due nipoti conduce l’azienda, recupera 500 gr. d semi di segale irmana siciliana, dando vita negli anni, con l’ausilio dell’Università di Catania a quello che è diventato il riuscito recupero di una tradizione preziosa. Oggi Serafica coltiva ben sei ettari di questa segale autoctona, ed è riconosciuta come “Contadino Custode” iscritta nel registro Europeo. La storia aziendale si è sviluppata, legata alle attività agricole ed ai frantoi, iniziando ad imbottigliare il proprio vino nel 2018. Ma in pochi anni ha valorizzato i vitigni etnei, ed anche vitigni a bacca rossa come il Nerello Cappuccio, dal quale ha prodotto in purezza per prima anche uno spumante di successo, il Mirantur rosè.

In tutti questi prodotti, espressioni diverse anche per terroir, come Monte ArsoMompeluso Mompileri, c’è tutto il racconto e la storia di una famiglia che con passione e nel massimo rispetto dei principi della sostenibilità ambientale, si dedica alla coltivazione di vigneti e uliveti appartenenti all’agro-biodiversità siciliana nello straordinario contesto del Versante Sud (da cui prende il nome del vino prodotto in sole 1.483 bottiglie) dove il vulcano diventa poesia ed il vino un inno alla bellezza intramontabile delle terre etnee.