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Tra arte, storia e innovazione, Murgo presenta la nuova linea di spumanti Metodo Classico

Un anno importante per la famiglia Scammacca iniziato con un lungo percorso di studio e ricerca, per esprimere in modo autentico quello stile unico che da sempre la contraddistingue

È tempo di grandi presentazioni e anteprime per la famiglia Scammacca, viticoltori per passione, che nel tempo sono riusciti con la loro storia e arte ad affermarsi sull’Etna con etichette di grande pregio. L’Azienda nasce dall’impegno del Barone Emanuele Scammacca del Murgo quando nel 1981 decise di trasformare le antiche proprietà terriere di famiglia in moderne aziende produttive. Negli anni successivi si sono uniti al progetto anche i figli Michele, Alessandro, Pietro e Matteo, sempre sostenuti dai fratelli Filippo, Bernardo, Manfredi e Costantino i quali, oggi continuano orgogliosamente la tradizione di famiglia con lo sguardo rivolto sempre all’innovazione a alle moderne tecniche di produzione.

Aspetti delineati e ancora una volta confermati con la presentazione a Catania, presso lo storico Palazzo Scammacca, delle nuove etichette di spumante e l’inaugurazione della nuova cantina a Tenuta San Michele, sull’Etna.  Momenti preceduti dalla visita all’interno del Palazzo, una struttura architettonica con oltre duecento anni di storia, modernamente ristrutturata. I soffitti affrescati, gli arredi antichi e i dettagli ornamentali sono testimonianza di quel passato e di quelle tradizioni che la famiglia Scammacca è riuscita a mantenere intatti nel tempo, fino ad oggi.

«Palazzo Scammacca rappresenta per noi e la città di Catania un bene architettonico e ancora prima un bene affettivo importante – ha dichiarato Michele Scammacca. – Chi oggi si prende cura, con passione e devozione, è mio fratello Pietro il quale ha come obiettivo la sua completa valorizzazione attraverso eventi, mostre e focus di interesse per chiunque voglia scoprire e conoscere la sua autentica essenza storica e artistica».

A tal proposito, Palazzo Scammacca del Murgo ospita attualmente fino al prossimo 13 aprile, la mostra “Atelier svelati”, concepita e realizzata da “Scalamatrice33” e curata da Giuseppe Cona, un viaggio nel mondo dell’arte contemporanea che, attraverso le opere del fotografo Pippo Pappalardo, permette di entrare negli atelier e conoscere i segreti di sei artisti.

Uno dei momenti più emozionanti e sicuramente esclusivi è stato l’intervento di sei degli otto fratelli Scammacca, che con diverse mansioni e responsabilità oggi si occupano dell’Azienda di famiglia: Michele (responsabile di produzione), Pietro (responsabile di Palazzo Scammacca e Tenuta San Michele), Manfredi (export manager), Costantino (responsabile di Tenuta La Francescana in Lazio, di proprietà della famiglia Scammacca), Bernardo (responsabile di Pubbliche relazioni) e Alessandro (che supervisiona le attività nei vigneti). Gli altri due fratelli Matteo (responsabile di Tenuta Gelso Bianco e della produzione di agrumi, olio e conserve) e Filippo (ambasciatore in Camerun), unico assente per motivi istituzionali.

Insieme hanno ripercorso le origini dell’azienda e sottolineato l’importante lavoro svolto negli anni nel settore dell’accoglienza e soprattutto nella spumantistica, con la produzione dagli anni ’80 di spumanti Metodo Classico utilizzando uve Nerello Mascalese. Riconoscibilità sensoriale, questa la parola che da sempre meglio identifica i loro vini, figli di un territorio come quello etneo, dove a 500 metri dal livello del mare sorge la Tenuta San Michele, con un’estensione di circa 30 ettari. Qui il microclima è caratterizzato da forti escursioni termiche dovute all’altitudine 3.360 metri, che ritardano la maturazione apportando freschezza e struttura. I terreni vulcanici conferiscono invece una forte mineralità che si percepisce in modo netto in tutti i prodotti del territorio. Grazie a queste condizioni climatiche e al lavoro costante di tre generazioni, la famiglia Scammacca è riuscita negli anni ad offrire al mercato vini eleganti, complessi, dotati di un’identità che si distingue nel panorama enologico italiano.

Espressioni ben visibili attraverso un viaggio a ritroso e, allo stesso tempo, che guarda al futuro sotto i riflettori di un’attenta evoluzione del territorio. Il tutto inserito all’interno di un lungo percorso di studio e ricerca, quest’ultima condotta con un approccio consapevole e sartoriale che ha portato oggi all’inserimento di nuove etichette.

A guidare la degustazione tecnica sono stati Michele Scammacca, l’enologo della cantina Vito Giovinco e il sommelier Claudio Di Maria. Insieme hanno rivelato alla stampa presente le motivazioni che hanno portato alla produzione di due nuove etichette, definendo le diverse e in alcuni casi comuni espressioni sensoriali che caratterizzano e definiscono l’inconfondibile stile degli spumanti Murgo.

«Dopo un’accurata indagine di mercato – ha chiosato Claudio Di Maria – abbiamo pensato di lasciare invariate le etichette tradizionali, destinandole a mercati come GDO, Horeca e al settore della banchettistica, a cui però non verrà garantito l’affinamento minimo di 24 mesi sui lieviti ma possono variare dai 15 ai 18».

Novità infatti sono il Murgo Brut e il Murgo Rosé che si distinguono dai precedenti non solo perché possiedono in etichetta la parola “SAEMPER” ma anche perché prevedono un minimo di 24 mesi sui lieviti garantiti e 3 mesi dopo la sboccatura. In commercio a partire da aprile, contestualmente alla 57^ edizione del Vinitaly.

Invece, l’etichetta che in commercio porta ancora il precedente styling e che verrà prossimamente impreziosita con la dicitura “SAEMPER” sarà il Murgo Extra Brut. A completare l’alta gamma di spumanti è la bottiglia serigrafata dedicata al fondatore Barone Scammacca, un Metodo Classico con permanenza sui lieviti otto anni dal complesso e profondo profilo sensoriale.

Una comparativa unica dal brillante caleidoscopio di tonalità cromatiche al bicchiere, dal paglierino al fiore di pesco, che ha visto protagonisti:

Il Murgo Brut 2022 – 18 mesi sui lieviti e il Murgo Brut “Saemper” 2021 – 24 mesi sui lieviti. Nel primo agrumi dolci, ginestra, menta e timo; in bocca fresco, piacevole, con una delicata nota ammandorlata sul finale. Al naso il Murgo Brut “Saemper” si presenta con una spiccata nota floreale dal profilo aromatico più spesso e complesso: camomilla, pera, limone, macchia mediterranea. Il sorso è sottile e di grande personalità grazie a una bollicina più ritmata e cremosa. Nota comune la vivace ed equilibrata freschezza gusto-olfattiva, giovane espressione delle annate di riferimento.

Dall’elegante tratto gustativo che contraddistingue lo stile di produzione Murgo, gli spumanti rosé: il Murgo Brut Rosé 2022 – 18 mesi sui lievitidalla netta nota di pietra focaia al naso, fragoline di bosco, accenni di agrumato. Una bollicina avvolgente che dona struttura ad ogni sorso.Il Murgo Brut Rosé “Saemper” 2021 – 24 mesi sui lieviti scorre invece dinamico al palato con rinfrescante freschezza, mineralità ed effervescenza che si supportano a vicenda regalando pulizia e ricordi finali di piccoli frutti rossi.

Dal confronto tecnico si è potuto evincere che i due Brut mostrano un profilo più verticale spostato verso la marcata freschezza olfattiva e gustativa a differenza dei due Saemper capaci, grazie a una maggiore permanenza sui lieviti, di evidenziare l’incredibile potenzialità del Nerello Mascalese nell’invecchiamento attraverso una carbonica più cremosa e una sapidità ben più integrata.

A dominare la scena la Magnum Murgo Extra Brut 2013 Magnum – 96 mesi sui lievitie il Murgo Extra Brut Rosé 2016 Magnum – 12 mesi sui lieviti: il sorso profondo del primo, la spiccata nota di idrocarburo e crosta di pane accompagnano un’energica freschezza al palato e un interessante piglio sapido. Rosa canina, profumi di ciliegia, fragoline di bosco, pan brioche, nocciole tostate e sfumature speziate di pepe rosa per l’Extra Brut Rosé 2016 Magnum (sboccatura 2024, 12 mesi sui lieviti) il cui sorso più cremoso del precedente evidenzia una raffinata vena sapida e una lunga progressione saporita e fruttata.

Degna di nota l’etichetta dedicata al fondatore Emanuele Scammacca Barone del Murgo Pas Dosé 2011 – 120 mesi sui lievitiin comparazione con Emanuele Scammacca Barone del Murgo Pas Dosé 2013120 mesi sui lieviti (degustata en primeur). Profumi di limone, pane tostato, si uniscono a ricordi di salsedine e miele di zagara. Entrambi con immensa eleganza invitano all’assaggio: vibrante e con una raffinata carbonica la 2011 e decisa sapidità la 2013, il sorso voluttuoso e seducente in entrambe le annate si alterna tra morbidezza e armonica persistenza gusto-olfattiva.

Dunque, straordinari esempi di spumanti il cui tempo ha permesso di mettere in mostra l’eccellenza qualitativa del vitigno, la passione e la costanza di uomini che lavorano per la loro terra e per la valorizzazione di un territorio che possiede tutte quelle caratteristiche necessarie per diventare punto di riferimento per il mondo della spumantizzazione internazionale.

Vito Giovinco e Michele Scammacca del Murgo

Caratteristica che si associa all’innovazione tecnologica adoperata all’interno dei nuovi locali della Cantina Murgo. La nuova zona di produzione è destinata a far aumentare la qualità dei vini Murgo, aumentando notevolmente la capacità di stoccaggio dei vini spumanti, permettendo così di aumentare la sosta sui lieviti elevando il prodotto.

«Uno spazio pensato per concentrare tutte le attività di imbottigliamento e lavorazione dello spumante, dal remuage e regorgement – ha concluso Michele Scammacca. – Questo per noi rappresenta un elemento estremamente importante per il progresso della nostra qualità vitivinicola».