La storia della civiltà mediterranea abita in una miriade di luoghi disseminati in tutte le terre che si affacciano sul quel mare che da millenni divide e avvicina. Ci sono luoghi, però, dove la storia è ancora tanto viva da riscontrarla, sentirla, toccarla senza bisogno di particolari scavi o ricerche.
Uno di questi luoghi si trova sui Nebrodi, anzi nel cuore del Parco dei Nebrodi: San Marco d’Alunzio, uno dei borghi più belli d’Italia, le cui radici si interrano nella preistoria, l’antica Demenna.
Il senso, la cultura dell’accoglienza, della cooperazione e della vicinanza, che sono evidentissimi, oggi, in questa splendida balconata sul Mar Tirreno proviene dalle sue origini. Demenna (o Démena) infatti probabilmente non era un luogo unico, ma un insieme territoriale che univa in un solo nome alcuni insediamenti di coloni di Sparta giunti sulla costa tirrenica dopo aver dovuto abbandonare il Peloponneso nel VII secolo a.C. Il nome infatti deriverebbe dal termine greco Lacedemonion. Per la sua ubicazione fu città importante in epoca bizantina e in seguito diede il nome al Val Demone, una delle tre circoscrizioni amministrative (con Val di Noto e Val di Mazara) in cui fu divisa la Sicilia dall’invasione araba al periodo borbonico.
Nobile, quindi, di nascita e poi ancora tale sino a dare il nome a una grossa fetta della Trinacria. Ma nel XII secolo, sotto i Normanni, la storia di questo meraviglioso borgo sembra spegnersi per poi tornare, più in là, a riprendere vita e vigore.
E’ nel centro antico di San Marco d’Alunzio che l’antica Demenna ha lasciato tracce, come confermava anche il noto geografo arabo Al-Idrisi che di queste (e di molte altre) terre sicule fu attento studioso. Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni. Ogni cultura, ogni popolo che ha fatto la storia della Sicilia è passato da San Marco lasciando tracce profonde come, per illuminante esempio, quel tempio di Ercole che risale addirittura al IV secolo a.C.
San Marco d’Alunzio è terra, quindi, di storia e di cultura. Quegli elementi palesi, immediati, spontanei che si riscontrano ancora oggi. Sarà la posizione straordinaria, regale, che domina la costa e tutti i suoi centri. O la spontanea umanità dei suoi abitanti. O le sue proverbiali 22 chiese e tutti gli altri concreti attestati di arte.
Certo, di suo ci mette davvero tanto il sindaco Filippo Miracula che a tre anni dalla sua elezione può vantare risultati forse persino insperati. Ma chi lo conosce bene tutto può provare tranne che stupore.
San Marco d’Alunzio, grazie a un attivismo straordinario, coinvolgente, che mantiene le caratteristiche aggreganti dell’antica e nobile Demenna, è stata insignita dal Touring Club Italia della “bandiera arancione”. Cioè il titolo concesso a quei centri che si distinguono per essere particolarmente attrattivi in campo turistico.
<La Bandiera Arancione non è solo un simbolo – ha detto il sindaco Filippo Miracula – ma è anche il frutto di un impegno collettivo che celebra la bellezza del nostro borgo, la ricchezza della nostra storia, l’accoglienza della nostra gente e l’attenzione alla sostenibilità e alla valorizzazione del territorio. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questo traguardo che ha reso San Marco d’Alunzio un esempio di eccellenza. Il merito va all’Amministrazione come a tutti i cittadini che condividono questo splendido percorso e si impegnano a realizzarlo con il lavoro di tutti i giorni, 365 giorni all’anno. Ma anche questo grandissimo riconoscimento non è punto d’arrivo ma solo una tappa. Abbiamo in mente tante altre iniziative per accendere i riflettori sul nostro borgo>.
Il riconoscimento è stato assegnato nel corso di una cerimonia che ha visto la partecipazione dei sindaci del territorio, di autorità civili e militari dell’assessore regionale al Turismo, Elvira Amata, che si è dichiarata pienamente soddisfatta del risultato raggiunto e degli sforzi dell’Amministrazione per coinvolgere anche altri centri in una crescita turistica fondamentale per la Sicilia, e del deputato regionale on. Bernardette Grasso.
C’è un orizzonte, quindi, a San Marco d’Alunzio che va ben oltre le Eolie, che punteggiano splendidamente il mare sottostante. Non ci sono sforzi occasionali, né effimeri, ma un progetto. Che la propulsione del sindaco Miracula sta mettendo in campo con entusiasmo e determinazione che hanno pochi altri esempi.
E che creano occupazione e speranze, come quelle che sono sbocciate nel cuore di Rushan Xhafaj e Martina Dodeci. Lui di origine albanese ma ormai italianissimo e lei aluntina doc. Hanno girato i continenti e frequentato scuole di eccellenza, come Alma, per apprendere e perfezionare l’arte della cucina; poi hanno deciso di fare una scommessa. Far rivivere il nome di Demenna battezzando così il loro ristorante nel cuore del borgo. Una scelta d’amore, una scelta che emoziona. <Vogliamo crescere poco alla volta – dicono – Non ci interessano i grandi scenari ma i riconoscimenti non mancano: lo scorso anno “Identità Golose” ci ha messo tra le novità più interessanti in campo nazionale. Noi vogliamo fare crescere i nostri figli in un paese a misura d’uomo>. Una dichiarazione che è attestazione e paradigma al tempo stesso.
Un borgo così, non può non avere i suoi ambasciatori che ne testimoniano, nel mondo, i valori. Nell’ambito della seduta aperta del Consiglio comunale (che si è svolta in uno dei tanti gioielli di San Marco, il Centro congressi Margherita di Navarra) è stato poi conferito il titolo di Ambasciatore del Comune di San Marco d’Alunzio nel mondo a sei eccellenze siciliane: alla giornalista della testata Rai Tgr Sicilia Antonella Gurrieri (nella foto sotto col sindaco Miracula) che nel borgo ha realizzato diversi reportage, al presidente di Panornedil Cpt Gaetano Scancarello, all’economista di Banca Mediolanum Andrea Corona, ad Antonino Giorgianni di Club Italia Parigi, a Patrizia Musarra dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo Sviluppo economico di Parigi) e allo stilista Salvatore Martorana.
San Marco d’Alunzio ha adesso i suoi “ambasciatori” per mettere a frutto quella vocazione turistica e quei valori che hanno seminato oltre 2.500 anni addietro gli esuli da Sparta e che stanno riemergendo fondendosi in un concetto di accoglienza a 360 gradi. Una vera e propria… “ambasciata della storia”.