Degustare i vini iconici del panorama Iberico sotto la guida di un Master of Wine tra i piu’ apprezzati al mondo non è avventura comune.
LE ETICHETTE IN DEGUSTAZIONE
Aggiungiamo i coinvolgenti duetti sul tema con Daniele Cernilli, insolitamente appostato dall’altra parte della barricata, beh ! …l’occasione e’ imperdibile.
Con affabile ars dicendi Pedro Ballesteros ha quasi incantato i fortunati giornalisti, bloggers e winelovers internazionali ,presenti all’evento, tenutosi nell’ambito di Taormina Gourmet. Conoscere il territorio della Spagna, caratterizzato, ancor piu’ che dal mare che la circonda, dalle catene montuose che la dividono, rappresenta la miglior chiave di lettura per comprendere le diversita’ espressive dei suoi vini.
Ballesteros ci ricorda che, mentre il mare unisce, le montagne separano, creando disuguaglianze che però, in questo caso, rappresentano un valore identitario aggiunto delle grandi storie di vino iberiche. La nobile discendenza delle etichette spagnole e’ antica, ma la vera svolta della vinificazione moderna si e’ avuta solo dal 1986, con l’apertura della Spagna ai mercati internazionali.L’Italia, si sa, ama le bollicine ed ha contribuito con il successo del Prosecco ( tra gli charmàt ) e l’eleganza del Franciacorta (tra gli champenoise), a farle conoscere al mondo, ed allora la narrazione non può che partire dai Cava. Il Macabeo (come viene chiamato in Catalogna il vitigno che nella Rioja e’ il Viura) insieme al Parellada ed allo Xarel-lo, danno vita al Visol – Mestres Gran Reserva Brut Nature 2014, prima etichetta propostaci, L’areale del Penedès e’ caratterizzato dal clima mediterraneo, molto diverso ad es. da quello continentale della nostra Franciacorta, Proprio una minore acidita’ rispetto ai metodo classico italiani, caratterizza questo emblematico Cava, e l’equilibrio si ritrova nel lungo invecchiamento, dove questo vino ossida con eleganza.
La cantina prescelta da Ballesteros ha un’antica tradizione vinicola risalente al medioevo, ma va sottolineato in particolare come Josep Mestres Manobens abbia il primato di aver dato vita già nel 1925 alla prima bottiglia di vino bianco, rifermentato dopo un lungo periodo di affinamento in cantina. Così poco dopo nasceva il Cava Mestres (1928). Da questo momento, la famiglia ha continuato a fare i cava Heretat Mestres seguendo il metodo tradizionale, e ancora oggi tutti i processi di preparazione sono eseguiti manualmente, bottiglia dopo bottiglia, prendendo tutto il tempo necessario. Mestres e’ in fondo un piccolo produttore ma tra i suoi primati vanta l’aver registrato il primo Brut Nature in Spagna nel lontano 1948. Un grande Cava che ha anche la particolarita’ di effettuare la seconda fermentazione gia’ con il tappo di sughero.
Quinta Apolonia Castilla Y León, Belondrade 2018.
Siamo a Ruèda, nell’ altopiano Castilla e León a 700/800 metri sul livello del mare. Vino da 100% Verdejo, vitigno caratterizzato da capacità di invecchiamento molto alta. Già 500 anni fa i Re cattolici bevevano il vino di questo areale. Si deve ai Marchesi Riscal negli anni’70 la riscoperta di questa zona vitivinicola per la produzione di bianchi freschi. Fu il grande Emile Peynaud ad avere la visione di impedire ai Marchesi di estirpare il Verdejo per piantare il Sauvignon. Vino di grande successo commerciale internazionale ma poco conosciuto in Italia. Vendemmia manuale, e vinificazione con 1/3 del vino che viene fermentato in botte di rovere e 2/3 in vasche di acciaio inox e di cemento. Affina parzialmente in rovere. All’esame visivo giallo paglierino con riflessi verdognoli, al naso eleganti note fruttate di frutta bianca, erba appena tagliata, agrumi, tiglio, frutta secca, finocchio, pane tostato e fieno fresco. Di buona struttura, fresco e fruttato, mostra una acidità che ne agevola l’invecchiamento Al palato rivela note erbacee ed agrumate, con cenni di spezie. Finale persistente ed ammandorlato.
Albariño de Fefiñanes – Bodegas del Palacio de Fefiñanes 2021
L’areale di produzione e’ per gli spagnoli il finibus terrae, la Galizia. A Cambados il clima è piovoso ma non troppo freddo. Recuperato nel periodo Franchista, questo varietale e’ caratterizzato da una buona acidita’. La particolarità di allevamento sono le pergole molto alte per il poco sole e la notevole piovosita’. L’oidio piu’ che la fillossera il secolo scorso ebbero a danneggiare le vigne Galiziane . Oggi sull’ Albarino si fa grande sperimentazione, ma questa etichetta , disegnata nel 1928 dal gioielliere Enrique Mayer, fu subito premiata alla Fiera Internazionale di Barcellona nel 1930, convincendo la Manor House a riprendere la tradizione secolare della vinificazione nel Palacio de Fefiñanes. Denominazione di origine Rias Baixas, Vitigno 100% Albariño con area di produzione a Cambados caratterizzato da piccole proprietà. Fermentazione in serbatoi di acciaio inox. Appare al calice di un giallo paglierino molto brillante con riflessi verdognoli, al naso intenso fruttato di mela golden e fiori bianchi, al palato caratterizzato da vivace acidità ma di buon corpo e lunghezza, nonostante il giovane millesimo risulta già armonioso e di buon successo internazionale.
Barón de Chirel – Marqués de Riscal 2017 . Barón de Chirel Reserva è un grande classico di questa cantina emblematica della Rioja, ma allo stesso tempo rappresenta un etichetta moderna. La sua prima annata risale al 1986, nata come risposta al crescente interesse per i Rioja di alta qualità. Marqués de Riscal ha infatti da sempre affinità con i metodi di vinificazione di Bordeaux dove il marchese viveva. Proprio per garantire la qualità, la produzione della Rioja, fu affidata alla consulenza di Guy Guimberteau, successore di Émile Peynaud, che nella sua formazione enologica a Bordeaux aveva anche, come assistente , Francisco Hurtado de Amézaga. Nel 1997, si è unito al team anche Paul Pontallier , direttore generale di uno dei cinque premier cru di Bordeaux, Château Margaux. Riscal ha creato una nuova era della Rioja, ispirandosi alla grande vinificazione bordolese risultando un pioniere e precursore del successo mondiale della Rioja. VIno di un rubino limpido e luminoso con unghia granata, di grande intensità aromatica. Al naso regala sensazioni di ciliegia e, frutti neri mirtilli, ribes nero, cassis, susine, ciliegie, sentori di viola, note speziate. Al palato di sorso pieno e bella struttura con tannino vivace ma fine, lungo e persistente, elegante con una bella acidità. Una espressione tanto classica del Rioja che Ballesteros conclude sorridendo, se non vi piace questo Rioja…allora il Rioja non vi piace !
Alión – Vega Sicilia 2018
Di proprietà della famiglia Álvarez, si trova nella Ribiera del Duero, un new classic dei vini spagnoli. Circa 130 ettari divisi in tre grandi blocchi di cui uno, di 70 ettari, ubicato all’interno della proprietà di Vega Sicilia, 30 ettari a Padilla de Duero dove è la cantina, l’ultimo di 30 ettari, si trova nel paese di Pesquera de Duero. Allevato su suoli differenti, alcuni caratterizzati da elementi di origine fluviale, altri con maggior presenza di sabbia ed altri ancora più ciottolosi. Il nome della bodega ha origine da Alión, nella regione di León, dove è nato il capostipite della famiglia Álvarez. La prima annata prodotta e commercializzata dalla Bodega Alión è stata il 1993. Produzione focalizzata sul Tempranillo. I vigneti sono vicini al fiume Duero con pendii della collina che si incontrano con la pianura alluvionale, dove la parte superficiale del terreno è costituita da depositi fini alluvionali e da frammenti di calcare, mentre la parte più profonda è caratterizzata da abbondante ghiaia di quarzo in un sostrato sabbioso. I vigneti Vega Sicilia hanno un sesto d’impianto di 3 x 1,5 m, per un totale di 2.222 piante per ettaro, con una resa media da 1 a 1,5 kg di uva per pianta. Fermentazione in tini di legno a temperatura controllata ed affinamento, tra i 12 ei 14 mesi, a seconda delle caratteristiche dell’annata, in barriques nuove di rovere francese bordolese. Il vino, una volta tolto dai fusti di rovere, rimane per almeno 15 mesi in bottiglia. È un vino complesso, gia’ alla vista scuro e profondo se paragonato ad un Chirel e piu’ angolare, ma carnoso ed intenso, decisamente moderno nella sua armonicità.
Grans Muralles – Familia Torres 2017
Pur essendo nella zone piu’ antica di vinificazione della Catalogna, vicino al Monastero di Poblet, siamo di fronte ad un grande progetto moderno di Torres, di recupero delle varietà autoctone. Primo esempio di un progetto di passione iniziato nei primi anni ottanta per recuperare varietà catalane ancestrali cadute nell’oblio, come Garró e Querol veri e propri tesori enologici, insieme a Cariñena, Garnacha e Monastrell, che incarnano lo spirito di questo vino unico. Importante anche l’influenza dei singolari terreni ardesiati e granitici del vigneto. Il risultato finale è un vino sublime, equilibrato, dall’identità inconfondibile, che richiama alla mente una viticultura ancestrale autentica, austera e antica. Un vino dal carattere mediterraneo con un tannino molto presente.
Antique Amontillado – Rey Fernando de Castilla s.a.
Bodegas Rey Fernando de Castilla deve il suo nome al re Fernando de Castilla “El Santo”, che riconquistò buona parte dell’Andalusia nel XIII secolo. Antique Sherry “Amontillado” della zona di Jerez de la Frontera è fatto con uve Palomino Fino. caratterizzate dall’essere provenienti da singole particelle. Imbottigliato in vetro trasparente che ne svela il colore è un vino biologico, con un primo affinamento di 5 anni dove riposa sui lieviti “flor” e prosegue con un invecchiamento ossidativo, il tutto massimo per 20anni, per uno sherry Amontillado dalla grande classe ed equilibrio. Color ambrato con riflessi dorati, al naso è complesso, pungente ed aromatico, con una nota di mandorla, che ritorna n bocca, accompagnato da un buon corpo.
Al di la’ della composizione ampelografica dei grandi vini di Spagna, Pedro –cosi’ infine vuole essere chiamato – si congeda da noi ricordando che, la piu’ pura espressione dei vini spagnoli si manifesta in fondo nelle etichette invecchiate, sottolineando la capacita’ infinita di queste espressioni del Tempranillo di affinare in bottiglia, arricchendosi con lentissima ossidazione.
Così ci assicura di aver condotto una degustazione storica di Riscal, dove i millesimi 1862 e1899 hanno riservato grandi soddisfazioni – ai pochi fortunati assaggiatori – e Daniele Cernilli chiosa , strappandogli … la pubblica promessa di un prossimo invito !