Presentata in Sicilia, al ristorante “Me Cumpari Turiddu” di Catania, «Osterie d’Italia» la Guida edita da Slow Food, alla sua 34° edizione, che vuol raccontare e promuovere la ristorazione italiana più autentica e di qualità.
Su ben 1.752 locali censiti e 311 premiati con l’eccellenza della Chiocciola a livello nazionale, 20 sono le insegne premiate in Sicilia. Roberta Capizzi deus ex machina di “Me Cumpari Turiddu” confermato tra questi, ha fatto splendidamente gli onori di casa, proponendo un viaggio immersivo nella filosofia dell’ospitalità enogastronomica del suo locale, ospitando la prima presentazione siciliana della Guida, che da due anni supera la guida Michelin nelle vendite in libreria.
La curatrice della Guida Osterie d’Italia per la Sicilia, Daniela Corso ha ricordato come la Sicilia sia l’espressione più autentica di una biodiversità diffusa, e certamente anche un “luogo” in grado di accontentare i palati più esigenti, con le sue molteplici forme di cucina, dove ogni sosta per i viandanti può rappresentare una sorpresa gastronomica.
La Guida Osterie d’Italia di Slow Food, individua e premia infatti, con le storiche Chiocciole, luoghi dove la cucina e l’accoglienza si esprimono in maniera autentica, come nelle migliori tradizioni casalinghe. Raggiante Roberta Capizzi, per il riconoscimento nazionale, Premio “Selezione Bere Bene”, consegnatole a Milano, che si aggiunge alla confermata Chiocciola, ma che è stato assegnato a soli 7 locali in tutta Italia.
“Me’ Cumpari Turiddu” di Catania, se l’è aggiudicato, per «una carta della mixology e una selezione di amari in cui, sia la scelta dei prodotti, sia la miscelazione richiamano, in maniera sapiente e altrettanto fresca, contemporanea, sapori e maestranze di ogni angolo della Sicilia», ed i complimenti di rito vanno altresì al suo sommelier e maitre di sala, Giovanni La Rosa.
Il menu proposto agli ospiti intervenuti alla serata, ha ben rappresentato la proposta di cucina autentica e di qualità che Roberta, avvocato pentito, porta avanti con passione, grazie ad una bella squadra guidata dallo chef Gianluca Leocata, che ne condivide i progetti, ultimo dei quali “l’orto a km zero” realizzato nella campagna della famiglia Capizzi a Moasi, nei pressi di Castroreale.
Francesco Motta, responsabile del progetto dell’Alleanza fra cuochi e produttori dei presídi Slow Food in Sicilia, e Carmelo Maiorca, giornalista coordinatore regionale delle guide Osterie d’Italia e di quella agli Olii Extravergini, hanno condotto con garbo e competenza la presentazione della Guida, che quest’anno ha due new entry siciliane, Fattoria Borrello-Osteria del Maiale Nero di Raccuja (Me) e San Giorgio e il Drago di Randazzo (Ct).
Ricco di rimandi alla memoria dell’autentica tradizione siciliana, cui si ispira anche nell’arredo la location di “Me Cumpari Turiddu” – il Menu – impreziosito dall’utilizzo di numerosi Presidi Slow Food e da apprezzati spunti innovativi, con utilizzo di prodotti frutto di “nessuna intermediazione sull’acquisto”, altro progetto di Roberta Capizzi, che si avvale di ben 70 produttori gestiti direttamente sul territorio.
A tavola la serata-evento, è stata preceduta dall’assaggio dell’olio Nocellara Etnea Bio, Contrada Mancusi, uno dei prodotti di Enzo Signorelli che ha elogiato il progetto nazionale di Slow Food a difesa degli ulivi secolari.
Dopo averlo degustato in purezza, come si conviene, gli ospiti non hanno resistito alla tentazione di “pucciarlo” nel delizioso amuse bouche “Selezione di paninetti dello chef”, dal semplice panino di grano duro, a quello di farina di carrubbe, al paninetto “cunzato”, alle specialità ragusane “scaccia sciclitana” e “cucciddato” con salsiccia di suino nero dell’Etna”, accompagnati da olive nocellara etnee e pomodoro Siccagno di Valledolmo.
La proposta di antipasto è stata ben rappresentata dal tradizionale street food catanese, la crispella con alici, ma impreziosita da una maionese all’arancia.
Le preparazioni d’entrata sono state abbinate ad un cocktail da osteria, realizzato per l’occasione, con base vino rosso, mixato con gazzosa, due tipi di vermouth, uno al nero d’avola e l’altro al moscato, ed il marsala.
Il delizioso “Sformatino di Cavolo Trunzo di Aci”, su fonduta di Piacentino Ennese (formaggio noto anche per l’utilizzo di pregiato zafferano) presentato da Roberta è stato ben abbinato da Giovanni La Rosa ad uno dei vini di Terra Costantino, prestigiosa cantina del Versante sud-est Etneo, il De Aetna Bianco 2021.
Della cantina e delle sue etichette rappresentative ha parlato lo stesso vineron Fabio Costantino.
Ben rappresentato il primo piatto dal “Risotto dell’Orto di Moasi” -proprio quello di Roberta- magistralmente equilibrato, con le sue noci, la tuma persa ed una salsa di loti.
“Carne con il sugo della domenica” e scarpetta d’obbligo, il gustosissimo e profumato secondo, abbinato al De Aetna Rosso 2021, Doc Etna da nerello mascalese e cappuccio.
Fuori programma la degustazione di un emozionante Etna Rosso “Contrada Blandano 2014” di Terra Costantino, dove il nerello mascalese con saldo di cappuccio, raggiunge un profilo generoso e raffinato al contempo, di grande complessità , corposo, fresco e persistente.
Dolce fortemente iconico la “Crema al limone della nonna”, con granella di Cuddrireddra di Delia e fragoline, abbinato con il “Rasola”, che Fabio Costantino definisce “la nostra memoria”, un vino come si faceva una volta sull’Etna, da vigneti a coltivazione “maritata”, cioè senza distinzione tra i filari a bacca bianca e nera, poche centinaia di bottiglie da Nerello Mascalese e Cappuccio, Carricante, Catarratto, Minnella e Francese.
Il menu di Roberta Capizzi e la sua squadra ha declinato in maniera sorprendente e delicata il racconto della serata-evento di presentazione della Guida Osterie d’Italia di Slow Food, in perfetta armonia con i riconoscimenti ottenuti dal suo locale –un presidio anch’esso– che valorizza la cucina territoriale, la selezione della materia prima, e la ricerca enologica.