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“Nozze d’Oro”…quella lunga storia d’amore!

Una storia di famiglia dal percorso straordinario che beneficerà del matrimonio fortunato tra Giuseppe e Franca, e del dono evocativo che nel 1984 il Conte Giuseppe Tasca d’Almerita decide di fare alla moglie Franca per celebrare i 50 anni di matrimonio

Un tuffo in verticale nella storia della Sicilia del vino, quello che Ivo Basile, grazie a Maria Grazia Barbagallo vice presidente regionale AIS e Federica Milazzo miglior sommelier Sicilia 2022, ha regalato ai fortunati ospiti della masterclass “I grandi bianchi di Sicilia. Le annate storiche di Nozze d’Oro, storia di vino e amore”.

”Bianchi di Sicilia” ha voluto celebrare così Nozze d’Oro, un vino che caratterizza la storia dei bianchi siciliani, prodotti in territori preziosi dall’invidiabile palcoscenico naturale, baciati dall’influsso benefico del microclima, dall’alchimia dei venti,da varietà di terreni e di esposizione.

E qui che, nel cuore della Sicilia ancestrale, tra Palermo e Caltanissetta nel 1830, i fratelli Lucio e Carmelo Tasca acquisiscono dagli Alvarez de Toledo 1200 ettari dell’ex feudo Regaleali, a Sclafani Bagni, poi dimezzati dalla riforma agraria.

Regaleali è fenomeno di biodiversità, con i suoi 556 ettari, di cui 396 vitati, 30 di uliveto ed un polmone naturale di 57 ha., contraddistinti da 12 tipologie di suoli, disposti su 6 colline ed un’altitudine compresa tra i 350 ed i quasi 900 mt. slm.

Una storia di famiglia dal percorso straordinario che beneficerà del matrimonio fortunato tra Giuseppe e Franca, e del dono evocativo che nel 1984 il Conte Giuseppe Tasca d’Almerita decide di fare alla moglie Franca per celebrare i 50 anni di matrimonio,”Nozze d’Oro”un vino geniale che potesse raccontarne “il loro immenso amore”.

Non a caso il vino è frutto di una composizione unica, tra Inzolia e Sauvignon Tasca, già! Un clone presente a Regaleali dal 1920 -si dice portato qui dai reduci della Grande Guerra- e dopo vari studi con la Cattolica di Milano e l’istituto Regionale del Vino, riconosciuto come “varietà Tasca”. Giuseppe lo immaginò come un vino caratterizzato da longevità, romantico per eccellenza, ed il 3 giugno 1985 presentò la prima annata, alla presenza degli stati generali dell’AIS.

Tradizionalmente le vendemmie del sauvignon si anticipavano di un paio di settimane rispetto all’inzolia, ma questo gap a causa del climate change si sta restringendo. Ivo, che ha vissuto molte di queste annate, arrivando in azienda nel 1995, racconta che quell’anno fu caratterizzato dalla  botrytis, allora semisconosciuta in Sicilia.

Era già capitato nel 1991, con lo chardonnay, perché al clima caldo e secco si alternavano per qualche giorno condizioni umide e fu illuminante l’intervento da Bordeaux di Denis Dubourdieu, perché l’unico riferimento in quegli anni era la Francia. Ed il successo di Nozze d’Oro è frutto di questa lungimiranza, considerato il periodo nel quale non era ancora fruibile un  confronto per leggere lo straordinario territorio del cuore della Sicilia.

La Degustazione

Nozze d’Oro 2022 (51% inzolia, 49% sauvignon)

L’attitudine a leggere il territorio si è sviluppata in questi 200 anni, sperimentando e, nel caso di Nozze d’Oro, l’evoluzione del concetto stilistico di Tasca, fedele all’acciaio, e con un aumento graduale del sauvignon, deriva dalla propensione al confronto prima di tutto col terroir e le annate.

L’annata ci regala un calice scalpitante, fresco già all’olfatto. Giovane ma pronunciato ed invitante, colpisce per le note verdi erbacee del sauvignon, ma anche di frutta esotica. La parte più aromatica delle uve viene fuori in maniera brillante, con sentori di mango e pera, e poi di mandorla fresca. Seguono note floreali eleganti e di erbette aromatiche.

Nozze d’Oro 2020 (67% inzolia, 33% sauvignon)

Dietro queste bottiglie c’è l’enologa Laura Orsi che da Mozia a Salina, fino al nerello etneo, concede un approccio per sottrazione, giocato sull’acidità, freschezza e mineralità. Risultato, finezza ed eleganza che si rivela nella longevità delle etichette.

Quello che vorresti trovare sulla tua tavola preferita, l’annata 2020 di Nozze d’Oro, che appare equilibrata, in una danza elegante tra sfumature persistenti di zagara, ed erbe aromatiche come il timo e l’origano a segnarne il percorso. L’inzolia regala una gradevole trama tannica, sapidità leggera, con una parte acida leggermente prevalente, che alimenta il sorso, arricchito dalla parte aromatica, ed una texture che al palato si allarga e persiste.

Nozze d’Oro 2017 (66% inzolia, 34% sauvignon)

Sfumature giallo dorate per un calice frutto di una delle annate più calde degli ultimi anni. Ingresso floreale, con note di zagara, nuance agrumate,citrine e sentori di frutta bianca. Bella concentrazione che arriva all’olfatto, dove ritornano le erbe aromatiche. Interessanti sfaccettature di note grasse, di frutta secca, nocciola, mentre il frutto si fa maturo di mela golden, ed ancora di pera, banana ed ananas. Qui l’inzolia viene percepita maggiormente, e nonostante i soli 12,5° il vino si irrobustisce al gusto, grazie a note vegetali e morbide che danzano in sintonia in un bel gioco d’equilibrio persistente.

Nozze d’Oro 2009 (78% inzolia, 22% sauvignon)

La scoperta di questi testimoni storici del territorio di Santa Tea e Barbabietola, le due contrade che si guardano come due amanti, svela un calice che ci racconta di un inverno fresco ed un’estate calda ma piovosa.Il 2009 regalò anche 20 gradi di escursione termica a luglio, dove le piante si allargavano di notte per assorbire la rugiada.

Grandissima la complessità olfattiva, dove i frutti, albicocca, pesca ed ananas, qui sono disidratati e seguiti da note quasi burrose e di torrefazione. Per un vino che non fa legno, sorprende una tale complessità che ritroviamo al palato, dove le note agrumate di arancia e pompelmo canditi anticipano quelle di brioche.

Nozze d’Oro 1999 (75% inzolia, 25% sauvignon)

La scoperta di questi testimoni storici si chiude con questo calice, ancora brillante, frutto di un 1999 caratterizzato da scarsa piovosità ed un inverno freddo. L’eleganza sottile è sorprendente e le note di frutta bianca matura sono ben presenti, mentre sullo sfondo ritornano sentori verdi di erbe aromatiche e floreali. Una gradazione alcolica di soli 12,5°, ma con un sorso ancora pieno, sapido ed avvolgente.

Una storia di famiglia quella di Tasca d’Almerita, complessa e affascinante ed in continua evoluzione, che si rispecchia nella visione delle etichette d’antan di Nozze d’Oro che, degustate in verticale fino alle più recenti, appaiono declinate su un fil rouge di stile, disciplina ed eleganza.

Ed allora grazie al racconto di Ivo Basile, con i suoi 30anni di storia condivisa con la famiglia Tasca e responsabile della comunicazione aziendale, immaginiamo la contessa Franca al centro della stanza principale del grande baglio, guidare le operazioni giornaliere con a fianco, da una parte l’ultimo dei Monsù, Mario Lo Menzo chef di casa Tasca, e dall’altra gli amministratori, a dispensare -sguardo alla finestra- il controllo lungimirante dell’azienda.