Anche quest’anno, per la terza edizione di “Slow Christmas”, Slow Food Catania ha proposto un viaggio davvero interessante alla (ri)scoperta di specialità e ingredienti tipici delle feste provenienti dalle diverse tradizioni gastronomiche natalizie locali di Palermo, Messina, Catania fino ad arrivare all’entroterra. Il tutto elaborato nella più fedele e rispettosa interpretazione ma con sguardo rivolto sempre alla creatività e all’estro contemporaneo di Salvo Baudo,chef de L’Osteria di Cantine Nicosia sita a Trecastagni (CT).
A condurre la gremita sala in questo viaggio è stata Anastasia De Luca, presidente della condotta Slow Food di Catania accompagnata da un ospite d’eccezione Francesco Motta, Responsabile Regionale Alleanza Slow Food dei Cuochi. Un momento importante all’insegna della convivialità, della buona tavola, della cultura del buon bere e del cibo “buono, pulito e giusto”.
Slow Food movimento culturale internazionale che opera sotto forma di un’associazione senza scopo di lucro, sin dalla stesura del Manifesto dello Slow Food nel 1987, ha lavorato per dare il giusto valore al cibo, praticando e diffondendo il rispetto verso chi lo produce in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali. Alla base del lavoro di Slow Food c’è la salvaguardia dei prodotti e delle tecniche di produzione (Presìdi, Arca del Gusto), accorciare la filiera tra chi produce e chi consuma attraverso i Mercati della Terra partendo da una corretta formazione correlata alle tante iniziative che vengono proposte su tutto il territorio proprio come questo speciale pranzo di Natale. Leggi anche “Le atmosfere del Gattopardo e il Timballo del Principe”
«Sono molto soddisfatta della riuscita di questo evento. Ancora una volta l’ospitalità, la cucina e il concept di Tenute Nicosia si conferma in linea con quelli che sono i principi di Slow Food, ecco perché scelta anche quest’anno come luogo dove trascorrere questo importante momento. Un pranzo organizzato in ogni dettaglio, fatto di ricercatezza e tanta passione realizzato dallo chef Salvo Baudo per l’occasione. Questo ci riempie di gioia e ci inorgoglisce – ha dichiarato Anastasia De Luca. –Il messaggio che vogliamo trasmettere ben si declina nei piatti che sono stati proposti ovvero, ricette che raccontano storie, culture e persone. Le stesse quest’ultime che dedicano il loro tempo alla produzione di materie prime locali uniche, secondo un’ottica consapevole».
Tenute Nicosia, storica azienda familiare guidata da Carmelo Nicosia e dai figli Graziano e Francesco che da oltre un secolo racconta attraverso i suoi vini tutta l’essenza del territorio, fin dall’apertura della sua Osteria si è mostrata agli occhi del cliente come luogo accogliente e attenta nell’utilizzo di materie prime di eccellenza ma soprattutto del territorio, elaborate nel pieno rispetto della tradizionale cucina siciliana e delle sue numerose rivisitazioni accompagnata da una formula “controcorrente: il vino non accompagna il cibo, ma lo guida”.
È stata tra le prime aziende vitivinicole siciliane ad aderire ai valori della SLOW WINE COALITION e ad oggi inserita nella Comunità SLOW FOOD TRAVEL Etna-Catania, insieme ad altri appassionati produttori di presìdi, olivicoltori, panificatori e ristoratori accomunati dalla grande attenzione ai temi della sostenibilità, del rispetto dell’ambiente e del consumatore e promotori di un turismo più consapevole.
Una tavola imbandita a festa, ricca nei dettagli, ha impreziosito con luci e ornamenti il pranzo preceduto dalla visita in cantina per i numerosi wine&food lovers presenti, accolti magistralmente all’interno delle storiche sale di produzione della cantina da Antonio Marino responsabile commerciale e marketing dell’aziendae Santi Natola responsabile ospitalità ed enoturismo.
La memoria storica che lega i diversi piatti natalizi siciliani e l’utilizzo di ingredienti del territorio Presidio Slow Food rappresentano il fulcro dell’evento, nonché espressione consolidata della cucina dell’Osteria della famiglia Nicosia e dello chef Salvo Baudo. Una filosofia quella di Baudo che si basa sull’idea di lavorare le materie prime con arte, sperimentazione nella presentazione e rispetto della loro stagionalità così da riuscire ad offrire ai clienti sempre il meglio, attraverso la creazione di piatti gustosi che raccontano una storia, quella della Sicilia.
Si sa, il pranzo di Natale in Sicilia è molto più di un pasto: è un momento di raccoglimento, tradizione e celebrazione. In un contesto ricco di influenze culturali, profondo è il legame tra l’isola e il mare. Tra i protagonisti assoluti della tavola si trova infatti il baccalà, un ingrediente che si presta a molteplici interpretazioni. Fritto in pastella, al forno con patate o trasformato in morbide polpette, il baccalà incarna la capacità della cucina siciliana di elevare la semplicità a pura arte. Non mancano finocchietto selvatico, l’uvetta e i pinoli in grado di conferire ai piatti una dolcezza e una complessità unica.
Una vera e propria prelibatezza il timballo o “timbaletto”, il piatto dalle origini molto antiche e dall’influenza francese, che nella sua versione palermitana trova come ingredienti gli anelletti, una pasta con la forma di piccoli anelli ideale per la cottura in forno, conditi con ragù e arricchito da piselli e caciocavallo.
Piatti che sono stati protagonisti e interpretati per l’occasione accanto ad altre specialità come gli arancinetti e le tipiche mafalde catanesi calde farcite con mortadella,accompagnati dalle etichette di Tenute Nicosia eselezionate dalla Guida ai vini 2025 di Slow Food: il Vulkà Etna Rosso 2021 (premiato come Top Wine & Best Buy 2025), il Tenute Nicosia Monte Gorna Etna Rosso Riserva ‘Vecchie Viti’ 2017, il Tenute Nicosia Monte Gorna Etna Bianco Biologico 2023 e il Sosta Tre Santi Carricante Brut Metodo Classico 2020.
Ecco tutti i piatti proposti dallo chef:
Cardi ripieni fritti alla maniera palermitana e baccalà fritto su fonduta di Piacentinu ennese
Risotto allo zafferano, ghiotta di baccalà alla messinese e ‘pira Spineddi’
Timballetto di cavolfiore ‘affucatu’ alla catanese e antiche mele dell’Etna
Aringa affumicata e insalata di arance, finocchi e capperi di Salina
Pera cotta al Nerello mascalese farcita di ricotta di pecora
In abbinamento curato dal sommelier Santi Natola:Etna Bianco DOC Contrada Monte Gorna Vecchie Viti 2019, Monte Gorna Etna Bianco Biologico 2023, Monte Gorna Etna Rosso Riserva ‘Vecchie Viti’ 2017.
L’emozione non è mancata durante l’interessante preparazione ‘live’ delle Cassatelle di Agira, dolce tipico delle feste, preparate come vuole la ricetta tradizionale di donna Michela, nonna di Anastasia De Luca.
Gli occhi pieni di luce, le mani in pasta e tanto amore hanno impreziosito il racconto di Anastasia, descrivendo passaggio dopo passaggio la preparazione. «Si tratta di un dolce di origini molto antiche, molto laborioso la cui lavorazione necessita di parecchi passaggi tramandati di generazione in generazione e custoditi gelosamente – ha raccontato Anastasia De Luca -. L’originalità e tipicità consiste nelle sue dimensioni (che devono essere di 10 x 6 centimetri), inoltre l’impasto deve essere morbido e non asciutto, e soprattutto ogni ingrediente deve essere ben percepibile al palato: il gusto del cioccolato, della mandorla e della pasta frolla che non deve essere né troppo biscottata né troppo morbida bensì, tenera e friabile al contempo».
Un Pranzo di Natale davvero speciale, volto a sensibilizzare il consumatore all’acquisto sempre più consapevole di materie prime locali e di qualità nell’ottica di un cibo “buono, pulito e giusto” ovvero: un cibo che corrisponde a una cultura, riconosciuto da un palato educato e un cervello informato; prodotto senza eccessivo uso di combustibili fossili, non ha causato deforestazione, non è stato trasportato dall’altro capo del pianeta, è di stagione e non ha imballaggi eccessivi; ottenuto con un’equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera di produzione.