PROMO BAR

Murgo incontra Curto

Una serata evento alla scoperta di antiche famiglie di vinerons e di etichette d'eccellenza

Un’inedita doppia degustazione alla scoperta di due storie di famiglia e di territorio differenti, ma con insospettabili elementi di contatto. L’occasione è data dalla serata evento “Murgo incontra Curto”.

Bollicine d’eccellenza, che hanno tracciato la storia moderna della spumantistica dell’Etna, quelle di Murgo, si sono incrociate, raccontate sul fil rouge di un riuscitissimo food pairing curato da Claudio Di Maria (miglior sommelier Sicilia 2023) con l’inedita etichetta da nero d’avola di Curto.

Ed il primo elemento di contatto lo ritroviamo in Vito Giovinco, enologo di Murgo, ma anche fautore insieme a Francesca Curto, di questo primo spumante da Nero d’Avola di Cantine Curto.

Francesca, dotata di un entusiasmo contagioso, eredita la storia importante della famiglia Curto, viticoltori fin dal 1670. L’azienda Curto, è principalmente ubicata ad Ispica, territorio cullato tra la natura rigogliosa e prospera di Ragusa e Siracusa, tra mar Ionio e Mediterraneo. E’ il padre avv. Giombattista a tracciare la via che Francesca, con entusiasmo e passione, abbandonata giurisprudenza, coltiva con un occhio alla tradizione ed uno sguardo al futuro. Formatasi come enologa, ha arricchito il suo bagaglio in quel di Bordeaux, dove si è appassionata alla viticoltura sostenibile. Ma il suo amore -confessa- rimane il Nero d’Avola.

Lo Spumante Extra Brut Rosè – Curto

Metodo classico che affina 24 mesi sui lieviti in bottiglia. Brillante con un caratteristico e persistente fine perlàge. Un naso che evoca sentori tipici del cd. calabrese, nome utilizzato in passato per identificare il Nero d’Avola, che non è riferito alle sue origini territoriali, bensì alla sua natura di uva calea, aulisi di Avola appunto. La storpiatura del nome, opera dei contadini siciliani, fu utilizzata come marketing ante litteram dai commercianti del XIX secolo, che sfruttarono proprio la notorietà in Francia dei vini allora prodotti in Calabria, per spacciarlo per nettare di oltre Stretto. Fragrante di fragola e gelsi neri, al palato sorprende per lunghezza e croccantezza del frutto, su un finale sapido, sorretto da una bella acidità.

I numerosi wine lovers presenti a “Murgo incontra Curto”, hanno potuto visitare le Cantine Murgo di Tenuta San Michele, attraversando anche il vigneto in una stellata serata etnea. Ad accoglierli Michele Scammacca del Murgo, affabile padrone di casa. Era il 1989 quando la famiglia Scammacca del Murgo, inizia a sperimentare la produzione di spumanti con la versatile bacca rossa di nerello mascalese.

Oggi che l’Etna è un brand internazionalmente conosciuto, va ricordata l’opera di visionari come la famiglia Scammacca, capace di preservare ed incentivare un terroir unico, quello del vulcano più alto d’Europa. A questa nobile famiglia il merito di credere nelle potenzialità di un vitigno, che pochi decenni fa era totalmente trascurato dal mercato vinicolo d’elite. Il Nerello Mascalese, fa dell’acidità e della versatilità, oltre che della mineralità donata dal terreno vulcanico, i suoi riconosciuti punti di forza, che lo vedono tra i vitigni più idonei a dare vita a spumanti d’eccellenza.

Gli abbinamenti selezionati da Claudio Di Maria hanno messo tutti d’accordo. A cominciare dall’entreè accompagnata dal Metodo Classico Curto extra brut rosè 2021. L’antipastoricco di macco di fave, crostone di pane nero con burrata e mortadella, sformato di zucca, involtino di verza con verdure dell’orto e carciofo grigliato, ha trovato amabili compagni nel Murgo extra brut 2016 e nel Murgo extra brut rosè 2017.

Apprezzatissima la scelta del Tenuta San Michele Etna Bianco Doc 2021 per l’ottimo primo di Pasta al ripieno di patate e speck, con salsa di porri e mandorle tostate. Hanno dato il meglio di sé il Curto Eloro Doc Riserva Fontanelle 2016 ed il Curto Krio Sirah 2016, abbinati al secondo a base di Guancetta di vitello con fondo al Nero d’Avola purè di patate e verdure di campagna. Chiusura in dolcezza con la Torta Fedora e il Moscato Passito Tenuta San Michele 2019.

La cena degustazione, ha avuto insperato ed aggiungiamo indimenticabile epilogo, nell’assaggio di una rara Magnum.

Emanuele Scammacca Barone del Murgo Pas Dosè

Degustiamo questa rara perla da una delle sole 53 Magnum in circolazione. Frutto di uve a bacca rossa di Nerello Mascalese in purezza, vinificate in bianco. Da 4500 piante di bassa resa, le cui uve raccolte precocemente sono selezionate rigorosamente a mano.

Metodo classico non dosato, che affina in bottiglia sui lieviti per ben 120 mesi. Brillante al calice, dal perlage molto sottile, che ritroviamo suadente al palato. Un naso delicato, di agrumi che rivela quella sorprendente freschezza, che ritroviamo in bocca, dove danzano a lungo le sue note di pane caldo e nocciole, rincorse da sentori di zenzero e pompelmo, rendendo l’assaggio memorabile.