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L’uva da tavola di Canicattì Igp è…decollata

Dopo il taglio dei primi grappoli a Palma di Montechiaro si va alla ricerca di nuovi mercati per l'Uva da tavola di Canicattì

E’ un prodotto sano, nutriente, antiossidante, assolutamente unico e ha una lunga storia alle spalle. E’ l’Uva da tavola di Canicattì che, nata agli inizi del Novecento, negli anni Sessanta si sviluppa in particolare in questa area. Oggi il Consorzio ha ricevuto dal ministero dell’Agricoltura la titolarità del marchio Igp (già assegnato in precedenza al prodotto), il che si traduce nell’obbligo di tutela e di favorire la conoscenza e la diffusione sui mercati.

In un vigneto alle porte di Palma di Montechiaro (<scelto per la sua vicinanza al mare che conferisce, assieme al terreno calcareo, qualità di assoluta eccellenza, come croccantezza e dolcezza> come spiegato dal presidente del Consorzio, Marsello Lo Sardo e dal vicepresidente Giovanni Giglia che hanno sottolineato le qualità del prodotto e le grandi possibilità di espansione sui mercati) l’Uva da tavola di Canicattì Igp ha celebrato con il taglio del primo grappolo (in sintonia con la data indicata dal disciplinare) una sorta di “nuova vita” in cui l’obiettivo sarà di conquistare nuovi mercati attraverso una penetrazione fatta di azioni promozionali, incontri e manifestazioni.

Come, ad esempio, “Terre d’Uva”, geniale invenzione dello chef Pietro La Torre che lo scorso anno portò a Canicattì, capitale dell’Uva Italia, altri chef di primissimo piano come Pino Cuttaia, Filippo La Mantia, Francesco Patti e tanti altri “stellati”  per lanciare un messaggio <l’Uva Italia ha doti straordinarie e in cucina può essere adoperata per ogni tipo di preparazione>.

Così la giornata vissuta prima in campagna e poi a Palazzo Ducale del Gattopardo, nel cuore di Palma, ha avuto una doppia valenza. Segnare il rilancio dell’Uva Italia e in particolare dell’Uva da tavola di Canicattì Igp e lanciare, con “Aspettando Terre d’Uva”, la seconda edizione della sua “vetrina” più luminosa, che si svolgerà il 5 e 6 ottobre.

Dopo i saluti del vicesindaco di Palma, Antonella Lo Vasco, dell’assessore all’Agricoltura, Rosario Provenzani, che hanno sposato la “mission” dell’Uva da tavola di Canicattì Igp e hanno portato anche il pieno sostegno del sindaco, ing. Stefano Castellino, all’iniziativa, hanno preso la parola il presidente del Consorzio, Marsello Lo Sardo, e il presidente dell’Associazione “Terre d’Uva”, Santo Li Calzi. Il primo ha sottolineato l’importanza per i produttori di sfidare i mercati tutti insieme, in sintonia, alla ricerca di una penetrazione crescente che guardi non solo a quelli italiani ma anche Oltralpe. Non distogliendo lo sguardo dalla qualità eccellente del prodotto. Il secondo, invece, da pastry chef, ha evidenziato la possibilità dell’Uva Italia di stare in cucina a pieno titolo, per ogni tipo di preparazione e ha spiegato le ragioni della nascita e gli obiettivi dell’Associazione Terre d’Uva.

Per l’Uva da tavola di Canicattì Igp nasce, quindi, il momento del rilancio. Basato sul riconoscimento del ministero dell’Agricoltura, innanzitutto. E poi sulla conoscenza delle sue qualità migliori, come spiegato durante la conferenza stampa, dal nutrizionista Danilo Calà: <La presenza di Omega 6 e di tante vitamine conferiscono a questo prodotto un grande valore antiossidante naturale principalmente contenuto nei semi. Quindi l’Uva Italia può e deve essere un alimento fondamentale nelle diete che guardano principalmente alla nostra salute>.

Un prodotto che, sinora, grazie all’impegno e ai sacrifici degli agricoltori, ha resistito alla siccità che attanaglia la Sicilia e le sue campagne: <Anzi, devo dire – spiega il presidente del Consorzio Lo Sardo – che proprio il clima asciutto gli ha conferito un valore zuccherino ideale e una migliore competitività sui mercati. Ma la situazione dell’approvvigionamento idrico comincia a preoccupare tutti i produttori>.

“Aspettando Terre d’Uva” ha vissuto un “assaggio” grazie alle prelibatezze realizzate dallo chef Pietro La Torre (tra cui una splendida “Tartare di gambero rosso di Licata, crema di tenerumi con fermentazione di Uva Italia di Canicattì con cipolla gialla paglierina”) e dal pastry chef Santo Li Calzi (“Dolcetto del Duca”, dolce con mandorla farcito con confettura di zucchina trombetta e Uva Italia di Canicattì) utilizzando al meglio un prodotto adesso davvero sulla rampa di lancio.

Alla presentazione, due case vinicole del territorio (Azienda agricola Paolo Criscimanno e Campisidrasi dei fratelli Carlino) hanno fatto degustare dei vini del territorio in abbinamento ai piatti proposti.