C’è un futuro per la nocciola dell’Etna. Lo stanno iniziando a costruire sette Comuni guidati dal sindaco di Sant’Alfio, Alfio La Spina, che è promotore degli incontri che si stanno svolgendo in funzione della costituzione del Comitato promotore della Dop “Nocciola” dell’Etna.
<E’ il momento giusto per dare nuove risorse al nostro territorio – ha detto Alfio La Spina – Non possiamo più perdere tempo. La strada è quella di unire gli sforzi delle nostra amministrazioni e quelli dei produttori per andare tutti insieme in una sola direzione, come ci insegnano le esperienze di altre regioni, come il Trentino che ha fatto scuola. La partita si gioca adesso ed è una partita importante per l’identità del territorio anche contro la globalizzazione>.
<Abbiamo già una organizzazione di produttori di nocciola– spiega Gaetano Aprile, direttore dell’Istituto regionale del vino e dell’olio – e quindi adesso dobbiamo guardare all’obiettivo di ottenere il riconoscimento della Denominazione d’origine protetta>.
<La Etna Doc – ha aggiunto Luca Stagnitta, sindaco di Linguaglossa – ci indica la strada da percorrere per realizzare un prezzo remunerativo anche per la nocciola. Il vino è enormemente più attrattivo ma resta un esempio assolutamente trainante>.
Gli obiettivi, adesso, sono sempre più chiari: valorizzazione del prodotto attraverso una forte identificazione con il territorio; aumento della capacità reddituale del prodotto per i coltivatori. Non si potranno neanche sfiorare le… imprese del pistacchio che nel 2011 veniva venduto a circa 10 euro al kg e adesso si parla anche di 20 euro, ma vale la pena di provarci. Un altro caso di netto aumento del valore è quello della provola dei Nebrodi che è cresciuto di almeno 3 euro al kg. in pochi anni.
Nel Comitato promotore della nocciola etnea potranno (ma anche dovranno) fare parte Enti pubblici, produttori e anche confezionatori. Fondamentale – in funzione della tutela e della promozione – sarà anche il ruolo del Consorzio di tutela per il quale non ci sono, normalmente, tempi brevissimi ma dovrà essere altro obiettivo da raggiungere prima possibile. La documentazione necessaria è costituita – come spiegato dal dott. Aprile – dal disciplinare e da tre relazioni, storica, socio-economica e tecnica.
Sinora maggiormente considerato, in funzione della produzione della nocciola, è stato il territorio dei Nebrodi ma quello dell’Etna sta letteralmente prendendo la rincorsa pur consapevole che saranno necessari, sempre più, una maggiore cura del territorio e della questione del marketing. I sette Comuni dell’Etna impegnati in questa direzione (col sostegno dichiarato del Parco dell’Etna) sono Sant’Alfio, Linguaglossa, Mascali, Milo, Piedimonte Etneo, Castiglione di Sicilia e Zafferana Etnea.
In Italia le regioni con maggiore produzione di nocciole sono Piemonte (29%), Lazio (28%) e Campania (24%). Al quarto posto, ancora ben staccata, la Sicilia con il 15% della produzione nazionale. Il nocciolo è la pianta che ha fatto registrare il maggior incremento delle superfici investite grazie alla crescente richiesta di prodotto specialmente che viene dall’industria dolciaria. La Sicilia, adesso, non vuole rimanere ai margini di questo trend positivo.