La Masterclass “Dagli Iblei all’Etna” nell’ambito del Cicerchia Fest 2024 ha chiuso in bellezza l’evento dedicato al nobile legume, Presidio dell’Arca di Slow Food. A guidarla in un clima affabile e coinvolgente Paolo Li Rosi, avvocato, ma anche autore enogastronomico, sommelier e WSet L2.
Si è parlato di storia, clima, identità culturale, rispetto della terra, peculiarità e stili di vinificazione. Due territori così vicini, ma così diversi, come gli Iblei, dai quali si è dipanato il racconto, per giungere fino all’Etna, con tutto quello che rappresenta per varietà e brand affermato. Scenario dell’evento l’ex Monastero di San Benedetto e Santa Chiara di Licodia Eubea, gremito di appassionati.
La degustazione è stata apprezzata anche per l’uscita dai binari canonici dei tecnicismi necessari, per diventare più ampia, senza cesure, con la partecipazione attiva anche di ospiti e produttori. Sono intervenuti, tra gli altri, Angelo Barone della Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo e Giosuè Catania delle Città dell’Olio.
Proprio l’olio evo d’eccellenza è stato protagonista di una degustazione che ha preceduto la Masterclass. Focus sui pregi e difetti dell’Olio, curata da Apo Catania e guidata da Riccardo Randello, con la partecipazione delle aziende Terre sul Dirillo, La collina degli Iblei e Frantoio Romano Vincenzo & Co.
Fil rouge della masterclass sul vino, organizzata dallo staff di VIP, Vino In Pratica, per nulla scontato, un approccio Borgognone, partendo quindi dalla degustazione dei rossi, per finire ai grandi bianchi. Tra produttori già noti e piccole realtà in ascesa, si è cominciato con la Cantina Meridio in agro di Chiaramonte Gulfi (RG) della famiglia Di Grazia.
Arundo, una snella Grenache in purezza, qui chiamata Alicante, di grande complessità aromatica, per nulla snaturata dai 18 mesi in tonneaux, di bella persistenza ed eleganza.
Liama, un blend inimitabile di Alicante, Nero d’Avola, Frappato, che non fa passaggio in legno al contrario di Arundo, intenso e profumato.
Ci si è spostati idealmente in territorio di Licodia Eubea (CT) appena fuori dalla Doc Vittoria e Docg Cerasuolo di Vittoria, con la Cantina Tremollito, di Enzo Giordano, che dall’Inghilterra ha voluto rivalutare l’antica proprietà ai piedi del Monte Altore, antico vulcano spento.
‘Ntoni, Frappato in purezza dalle fragranti note di frutti rossi e floreali di papavero e fiori d’arancio, a Malpelo, Nerod’Avola in purezza, complesso di prugne e ciliegia matura, con note di pepe nero. Chiude il passaggio nelle terre Verghiane il Mazzarò, stesso uvaggio del cerasuolo di Vittoria, di Frappato e Nero d’Avola, con sentori di mora, prugna e ciliegia, morbido dai tannini delicati.
In piena Doc Vittoria e Docg del Cerasuolo, in territorio di Caltagirone, per degustare un bianco ibleo inusuale, apprezzatissimo dal partèrre dei partecipanti. Della premiata Valle delle Ferle degli ingegneri Andrea Annino e Claudia Sciacca, si è degustato il Murgentia, bianco da uve a bacca nera, frutto dello stesso uvaggio del Cerasuolo di Vittoria. Giovane ma già complesso, dalla ginestra alla frutta fresca tagliata, mela golden ed ancora una scia di agrumi rossi, hanno declinato il sorso fresco , su un finale sapido e persistente.
Il viaggio ideale si sposta sul Vulcano per eccellenza, tra le colate laviche etnee del 1971. Tra Sant’Alfio e Milo, a 900 mt. di altitudine Tenute di Nuna, dove Novella Trantino con il compagno Fabio Percolla, agronomo dell’azienda, imbottigliano un Etna Bianco Doc emblematico, Nuna appunto. Etichetta in ricordo di Gemma, la mamma di Novella, che le attribuì quel nomignolo da bambina. Un Carricante di spiccata ma gradevole acidità quasi da vino della Mosella, con sentori di lime, ginestra e pietra focaia, che preludono ad una lunga vita. Carattere deciso e scia persistente, declinata sulla sapidità e mineralità.
L’esperienza immersiva nel terroir etneo culmina con un grande bianco di Tenute Nicosia.
Monte Gorna Vecchie Viti. Un cru da antichi alberelli abbarbicati sul pendio di questo antico cono vulcanico. Scelta stilistica frutto di basse rese selezionate, di qualità ed eleganza, figlie anche di un lungo affinamento sur lie, e frequenti batonnàge.
Quattro gli anni di maturazione, di cui uno in barrique. Un caleidoscopio di sensazioni fresche e morbide al contempo. Dai profumi di camomilla, ai fiori di ginestra, che lasciano spazio alla frutta matura di pera e mela cotogna, con sentori mielati e di pasticceria, supportati da una bella nota agrumata, sapida e minerale. Un vino da grandi abbinamenti, ma anche da apprezzare da solo, un nettare pregiato da carricante etneo.