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Chianti Classico Collection, Gallo Nero in salute!

101 anni fa nasceva il Consorzio più antico d'Italia.Per il Consorzio del Chianti Classico aumenta il valore globale della denominazione. Il Gallo Nero punta su sostenibilità e qualità

Nel 1924 i primi 33 viticoltori decisero di condividere un progetto comune, creando il Consorzio del Chianti Classico. Oggi diremmo visionari e lungimiranti nel credere nella forza della collettività, per gestire una produzione che potesse parlare di un intero territorio e della sua storia. Ed in un panorama congiunturale non favorevole, il Chianti Classico ha avuto infatti la capacità di rispondere al meglio alle difficoltà del mercato globale: è una denominazione dinamica e sempre in evoluzione, capace di crescere senza tradire le proprie radici. Un’impostazione che si riflette nell’offerta, ben differenziata  con le tre tipologie, Annata, Riserva e Gran Selezione: quest’ultima ulteriormente definita dall’introduzione delle Unità Geografiche Aggiuntive in etichetta.

Una storica edizione questa trentaduesima della Chianti Classico Collection ospitata nella sua sede storica in Stazione Leopolda, il 17 e 18 febbraio 2025. Nata come Anteprima del Chianti Classico nel 1993, quest’anno raggiunge il record per numero di produttori partecipanti. Ben 218 le aziende del Gallo Nero che presentano le loro ultime annate di Chianti Classico, Chianti Classico Riserva e Chianti Classico Gran Selezione alla stampa, ai professionisti del settore e, nella giornata di martedì, anche al pubblico finale.

Una Collection che si contraddistingue quest’anno per il suo tema centrale: l’impegno del Chianti Classico e dei suoi produttori per il rispetto del territorio e un futuro sempre più sostenibile. Emblematica, al centro della hall della Leopolda, la scenografica installazione vegetale, con piante spontanee, emblema della biodiversità che da sempre caratterizza le colline del Gallo Nero (come le piante mellifere, così utili per il ciclo vitale delle api).

I Numeri della Collection

Dicevamo ben 218 le aziende del Gallo Nero presenti, per un totale di 790 etichette in degustazione, di cui 194 Chianti Classico Riserva e 185 Gran Selezione. Ben 40 i campioni in anteprima della vendemmia 2024. Un focus importante anche su Olio DOP Chianti Classico. L’altro prodotto principe del Gallo Nero, l’Olio DOP Chianti Classico quest’anno festeggia ben due anniversari: i 50 anni dell’omonimo Consorzio e i 25 anni della denominazione. In particolare, nel banco di assaggio della DOP verde del Gallo Nero, si degustano 35 oli, con 7 aziende produttrici presenti personalmente in sala ed un seminario con degustazione guidata dedicato.

Oggi, con una base sociale che sfiora le 500 aziende, il Consorzio e i suoi associati pensano, uniti, al futuro della denominazione, condividendo un altro importante progetto, quel Manifesto di Sostenibilità, che è figlio della visione di un Chianti Classico sostenibile sia come sistema imprenditoriale che come mezzo di salvaguardia del territorio, per poterlo restituire intatto e valorizzato alle generazioni future.

Il Chianti Classico vanta una penetrazione commerciale davvero unica; pur rimanendo infatti spiccata la concentrazione delle vendite nei suoi mercati storici, i vini del Gallo Nero raggiungono anche mete insolite, al di fuori dalle normali rotte commerciali e in tutti i continenti: sono infatti distribuiti in oltre 160 paesi in tutto il mondo.

Nella ripartizione dei mercati, gli USA si confermano ancora una volta al primo posto, con il 36% delle bottiglie di Chianti Classico trovano sbocco su questo mercato, registrando un aumento dei volumi venduti. Anche nel 2025, il Consorzio ha quindi in programma la realizzazione di varie attività di marketing e comunicazione negli Stati Uniti d’America, ed in particolare il 28 aprile organizzerà un evento di altissimo livello nella città di New York.

Segue, come di consueto, al secondo posto il mercato interno. In Italia trova infatti sbocco un quinto delle bottiglie vendute di Gallo Nero (20%). Poi stabile, al terzo posto, il Canada (10%), un mercato che negli ultimi anni ha regalato ai produttori di Chianti Classico grandi soddisfazioni e per cui il Consorzio vede ancora ottime potenzialità di crescita. Bene ancora Regno Unito, Nord Europa e Giappone.

“I nostri vini sono considerati ovunque prodotti di eccellenza.La forza della denominazione è anche nella sua distribuzione variegata: in particolare nel 2024 il Gallo Nero ha infatti registrato ottime performance anche in mercati minori, come Tailandia, Croazia ed Emirati Arabi Uniti” ha dichiarato Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio.

Le condizioni di clima fresco e adeguate piogge autunnali hanno portato alla perfetta maturazione fenoliche delle uve, che sono caratterizzate da una spiccata acidità e da un grado zuccherino non elevato che ha determinato gradazioni più contenute nei vini della 2024.Produzione in crescita con ben 305.000 hl.

Abbiamo apprezzato particolarmente l’eleganza delle espressioni Gran Selezione dell’annata 2021, complessi ed al contempo contemporanei, frutto di una vendemmia da uve sane e di elevata qualità. Ideali presupposti per un’altra ottima annata di Chianti Classico, un vino di buona struttura, con tannini fini e maturi e un interessante profilo aromatico.

“Sono molto soddisfatto della vendemmia 2024 – dichiara il Presidente Giovanni Manetti – la sanità delle uve portate in cantina è stata perfetta, e noi produttori di Chianti Classico saremo ripagati dalle fatiche di una lunga raccolta con dei vini particolarmente eleganti e freschi, con uno stile che ricorda le grandi annate degli anni ’90.”

“Sui mercati, noi viticoltori vediamo tutti i giorni una sete crescente di conoscenza: il contesto unico che nasce dall’unione di fattori umani e naturali irripetibili determina infatti le caratteristiche dei nostri vini e dei nostri oli.” Ha dichiarato Giovanni Manetti Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico – “Per questo gli sforzi del Consorzio si concentrano da anni sulla formazione, in primis degli operatori del trade, ma anche degli appassionati. Abbiamo lanciato una piattaforma affidata a Michaela Morris, Micheal Godel, Alessandro Masnaghetti, Jeff Porter, Gabriele Gorelli MW e Leonardo Romanelli che può considerarsi come un compendio sintetico sulle denominazioni vino e olio Chianti Classico. E’ uno strumento essenziale di comunicazione comune e condivisa, un biglietto da visita per l’intero territorio”.

All’edizione 2025 della Chianti Classico Collection, il Consorzio ha deciso di proporre un’unica candidatura per arricchire la lista dei suoi portavoce nel mondo: gli Ambasciatori ad honorem del Chianti Classico. Si tratta dell’Honorary Ambassador per la Danimarca, Thomas Ilkjaer, un nome di grande autorevolezza nel piccolo, ma senza dubbio, molto attivo mercato nord-europeo. La Danimarca è stata infatti uno dei mercati che nel 2024, nonostante la complessa congiuntura internazionale, ha registrato un importante aumento delle vendite dei vini del Gallo Nero con un +18,8%!

Un focus importante sulla sostenibilità

La fotografia attuale della denominazione si articola in tre declinazioni diverse di sostenibilità: ambientale, sociale e culturale, rispecchiando i tre capisaldi del nuovo protocollo del Chianti Classico, presentato alla stampa lo scorso 14 maggio in occasione delle celebrazioni del centenario del Consorzio. Come per la produzione di un vino di qualità, tutto inizia con il lavoro in vigna. Già oggi sono due terzi delle aziende che praticano l’inerbimento tra i filari, azione fondamentale per combattere l’erosione del suolo e l’impoverimento dello stesso.

Tre aziende su quattro si impegnano a preservare l’ecosistema in vigna, mentre il 61% delle aziende sono già in possesso della certificazione biologica ed un ulteriore 9% sta intraprendendo il percorso di conversione. Anche nelle fasi produttive un comportamento ambientalmente consapevole può influire molto: quasi la metà delle aziende infatti utilizza fonti energetiche alternative (45%), si impegna nella riduzione del peso delle bottiglie (65%), oltre al riuso di materiali quali vetro e carta (54%)

L’importanza dei valori culturali e del territorio

Il vino con sé porta valori culturali, di tradizione e di storia, che lo legano al territorio in cui viene prodotto. Il paesaggio come punto di unione tra natura e intervento antropico gioca un ruolo essenziale come elemento culturale: per questo il recupero e il mantenimento di antiche tradizioni come i muretti a secco (44%), dei terrazzamenti (38%) e delle strade bianche (74%) rappresentano un attivo e costante impegno nella tutela del territorio, che supera i confini dei vigneti.

Questo tema si collega al concetto della sostenibilità culturale, la direttrice innovativa del protocollo Chianti Classico. Il paesaggio chiantigiano è infatti un mosaico che alterna natura selvaggia a intervento umano. Qui prevale il bosco (due terzi del territorio), e a questo si inframmezzano le colture della vite e dell’olivo, oltre a seminativo. La presenza dell’uomo però si esprime anche nella complessa rete di edifici storici, parchi, viali, reti interpoderali e giardini che ricamano il territorio in un disegno ancora oggi visibile che racconta la storia della Toscana rurale degli ultimi 600 anni.