Diventato l’appuntamento più atteso per winelovers , neofiti e professionisti, quello di Bolle in Vigna, si afferma come l’evento più cool che celebra gli spumanti in una grande festa, preludio della lunga estate siciliana.
Accolti da un tramonto che sembra non finire mai, cullandosi tra il cratere spento del monte Gorna e quello fumante della grande Etna, si è celebrato l’appuntamento immancabile per gli amanti del metodo classico, che hanno potuto regalarsi, preludio alla Festa, la Masterclass alla cieca “Spumanti di lungo sorso” guidata da Massimo Billetto con il contributo di Francesco Chittari
Billetto un top di Bibenda-Fondazione Italiana Sommelier, noto per la sua stilistica e grande conoscenza , ha ricordato come il tempo sia un elemento imprescindibile per la nascita di grandi espressioni in bolle, divenute ormai protagoniste del pairing perfetto a tutto pasto. Solo gli spumanti sono capaci infatti di esprimersi in gioventù come in affinamento, in bianco come in rosato, donando al calice una varietà di colori e sensazioni completa.
Protagoniste di Bolle in Vigna 2023, otto referenze provenienti da terroir e vitigni molto differenti, capaci di conferire a ciascuna etichetta una spiccata personalità stilistica, tutte caratterizzate però da un lungo processo di affinamento, che abbiamo ritrovato già nel profilo olfattivo dei calici in degustazione coperta, che ha messo alla prova la sensibilità di ciascuno, senza preconcetti.
Lo scenario enologico dell’Etna, anche grazie a Nicosia Winery, si è guadagnato un posto di eccellenza anche nella moderna spumantistica internazionale, lo ha ricordato Maria Carella, enologa di prestigio e punta della squadra ben orchestrata da Graziano Nicosia, capace di centrare quel necessario equilibrio, tra le più evolute pratiche di produzione, il rispetto dell’ambiente e quello della tradizione.
Le sorprese nell’esame alla cieca del lungo affinamento, hanno offerto spunti di interesse, individuando il filo conduttore proprio nell’azione che -nel metodo champenoise- i lieviti riescono a donare, premiando la pazienza e gli investimenti di coraggiosi produttori. C’e’ infatti un momento di passaggio, che segue la seconda fermentazione, quando comincia la maturazione sur lies , che esalta il senso di lasciare affinare lo spumante, in qualche caso sperimentato fino a 30 o 40 anni.
Quando si dice, con un po’ di superficialità, che i lieviti muoiono, si trascura il fatto che si trasformano in qualcos’altro, rimanendo a contatto col vino, cedendo aromi e struttura, donandogli longevità, fino alla sboccatura.
Diaspora di una miriade di elementi vitaminici e proteici, l’autolisi dei lieviti regala al vino sensazioni più profonde, fissando elementi che gli consentono di durare nel tempo, prima fra tutti l’acidità, quintessenza del vino spumante che lo sostiene nella sua freschezza. La degustazione :
Bellavista Gran Cuvèe Brut Franciacorta
Dall’anfiteatro morenico sotto il lago di Iseo, un classico iconico della maison che ha dato evoluzione e visibilità internazionale alla Franciacorta ed alla stessa produzione spumantistica italiana. Alessandro Marinello enologo dell’azienda, a fine degustazione, svelati i protagonisti, ha introdotto questa Grande Cuvèe, un insieme di ben 91 selezioni d’annata, più vini di riserva, le migliori dell’azienda bresciana. 60 i mesi di affinamento, con una parte dei vini base che fanno un passaggio in botti esauste, che regalano complessità e non parte tannica, grazie alla microssigenazione. Attacco floreale al naso, da sentori di fiori bianchi fino a quelli essiccati, poi accenni balsamici di erbe aromatiche e sullo sfondo spezie dolci e bella mineralità. Un sorso equilibrato e delicato che si apre lentamente, con piacevole finale sapido, di lunga persistenza. Davvero raffinato.
Recaredo Corpinnat Terrers Brut Nature 2019
A questa denominazione, Corpinnat, frutto di una scissione di alcuni produttori della Catalunya dai più famosi Cava, appartiene Recaredo, azienda certificata in Demeter, che produce quindi in biodinamica, già famosa per i lunghi affinamenti giungendo a quei 120 mesi, ancora impensabili per i Cava. Dai vitigni di Xarel-lo, Macabeo e Parellada, con un 5% di Monastrell, allevati su terreni rocciosi capaci di riservare grandi sorprese, dando vita ad un grande spumante.
Questo Metodo Classico giunge a 61 mesi di affinamento sui propri lieviti, esprimendo immediata e profonda mineralità già all’impatto olfattivo, con uno spirito quasi terragno ed un principio ossidativo che accentua al palato queste sensazioni. Meno sapido ed acido, propone una definizione stilistica quasi agli antipodi del precedente, giocata su un evoluzione aromatica dalla terra al sottobosco, passando per aromi di frutta a polpa bianca, ma sempre bilanciato e persistente.
D’Araprì Gran Cuvée Brut XXI secolo 2017
La Gran Cuvée “XXI Secolo” è uno Spumante Metodo Classico che D’Araprì, cantina di San Severo (FG), ormai punto di riferimento per la spumantistica del Sud Italia, realizza partendo dalla volontà di valorizzare il Bombino Bianco, vitigno autoctono pugliese, in blend con il Montepulciano.
Biscotto e fragranza di pasticceria preludono ad un sorso equilibrato ed un profilo avvolgente, snodato su frutti estivi a polpa bianca, pesca e susina, con una nota citrica piacevole. Meno minerale e sapido dei precedenti, ma di grande equilibrio e lunghezza al calice. Una conferma !
Palmer & Co Champagne Grands Terroirs 2015
La Maison Palmer & Co nasce nel dopoguerra, incarnando da subito lo spirito d’eccellenza della Champagne. Partendo da Reims, compie la svolta negli anni ’70, con l’acquisizione di pregiati vigneti di chardonnay nella Côte de Sézanne e di pinot noir nell’Aube. Oggi possiede circa 400 ettari in varie zone della Champagne, ripartiti in una quarantina di cru. Mineralità protagonista, già all’attacco olfattivo, per questo straordinario assemblaggio di Chardonnay 50%, Pinot Noir 38% e 12% di Pinot Meunier. Naso di grande profondità che si apre su note di frutta a polpa gialla e fiori d’arancio, evolvendo delicatamente su note sulfuree e di sottobosco, ed ancora pasticceria e frutta candita, ma anche foglie di the e zafferano, giocati in retrolfazione. Bolla sorretta da una spalla acida importante e grande freschezza, corroborata da un bel corpo. Qui il territorio è protagonista, mentre i vitigni ne sono interpreti ideali, circostanze perfettamente ritrovate nel calice che, confessiamo, ci ha consentito di individuare in degustazione l’etichetta.
Dal Cero Family Cuvée Augusto Lessini Durello Doc Riserva 2016
Nasce in vigneti situati a Roncà (VR), sulle pendici dei monti Lessini, a circa 400 metri sul livello del mare, tra due vulcani spenti, il Calvarina e il Crocetta. Siamo in territori non distanti dalle colline del Soave , realtà di antichi crateri e falde acquifere salate nel sottosuolo. La Durella è un uva sapida, quasi salata, che grazie ad un ph molto acido, costituisce base spumante quasi naturale. La Cuvée Augusto Lessini 2016 dedicata al fondatore dell’azienda, ed è forse la realtà meno conosciuta in degustazione, ma ci ha regalato raffinatezza ed un profilo sapido sorprendente.
Affina in bottiglia per almeno 50 mesi, riposando a seguito del degorgement per altri 6 mesi.
Servito in formato magnum, il cui pregio ed importanza Massimo Billetto ci ricorda, soprattutto negli spumanti, dove il rapporto tra il volume e la quantità di ossigeno che i lieviti hanno a disposizione, fa sì che, nella stessa unità di tempo, lavorino in maniera più lineare. L’etichetta ci dona riconoscimenti salmastri identitari e persistenti che ne delineano il quadro gusto-olfattivo, arricchito da mandarino, frutti tropicali e susina bianca, erbe aromatiche e crosta di pane.
Lungarotti Tenute di Torgiano Extra Brut Millesimato 2016
Grande realtà produttiva Umbra, forse meno nota per gli spumanti, che però hanno già raggiunto livelli d’eccellenza. Nell’Umbria famosa per il Sangiovese, Giorgio Lungarotti a metà anni 70 decise per ragioni commerciali di impiantare anche vitigni internazionali come lo chardonnay ed il pinot nero. Questo metodo classico 60 mesi è alla terza annata, prodotto per la prima volta nel 2014. In degustazione questa etichetta 2016 da 50% Chardonnay e 50% Pinot Nero, sorprende per l’esordio quasi salato, profondo e complesso, piacevolissimo alla beva. DI grande valore identitario e buona freschezza. Ma quella che rimane straordinaria e la sapidità, espressione aromatica di spezie dolci, pesca matura, accenno di agrume candito. In bocca spiazza per la sua grassezza fruttata, glicerico, garbato e cremoso, con un profilo poggiato su varie espressioni del frutto, ed un finale leggermente piccante, concede poco alla mineralità.
Cantine Nicosia Sosta Tre Santi Etna Brut Sessantamesi 2016
Questa etichetta che ha visto la luce per i 120 anni dell’azienda con una edizione celebrativa, millesimo 2012, ha riscosso un tale consenso divenendo motivo d’orgoglio per Nicosia Winery, tanto da giungere in produzione con questa annata 2016 che dopo cinque anni di affinamento sui lieviti in bottiglia, dopo la sboccatura, permane altri 6 mesi almeno in bottiglia. Il vino base -ci racconta Maria Carella- affina già per 18 mesi in acciaio, donando grandissima personalità al Nerello Mascalese in bolla da Sessantamesi. Allevate a quasi 700 mt slm, le uve godono di condizioni pedoclimatiche ideali, nutrendosi dalle sabbie vulcaniche ricche di microelementi, e di forti escursioni termiche, che ne arricchiscono il corredo aromatico agendo sui precursori del vitigno. L’esposizione alla brezza marina dello Jonio, appuntamento costante del giorno, funge poi da cuscinetto al freddo della montagna etnea.
Vino di grande presenza e forza, ma non irruente. Perfetta l’armonia al calice che ci regala, ogni volta, nuove emozioni. L’assaggio è costituito da una curva crescente, con un attacco molto composto, che si apre con personalità, evolvendo ad ogni sorso su una mineralita’ di roccia, leggermente sulfurea, crescente di agrumi canditi, spezie e sentori erbacei. Al gusto sorprende offrendo spunti di grande evoluzione, ed una complessità esuberante in un bungee jumping continuo, che fa spazio ai toni agrumati, giocando sul chiaro scuro quasi di una doppia personalità, protagoniste delicatezza e grande presenza. Balsamico ed avvolgente il sorso, di grande persistenza.
Ferrari Perlé Nero Trento Doc Riserva 2016
Trento DOC Extra Brut “Perlé Nero” è l’unico Blanc de Noirs della cantina Ferrari. Un etichetta capace di tradurre al meglio la potenza e la finezza del Pinot Nero Extra Brut, dove le austerità del vitigno vengono solo leggermente smussate e la sua anima sa esprimersi al meglio, conferendo al calice grande eleganza e struttura. Nel “gioco” proposto in masterclass, proprio l’inconfondibile stile Ferrari ha permesso a qualcuno di riconoscerne le qualità, anche alla cieca. Di grande complessità, austero e suadente al contempo, questo spumante ha sostato sui lieviti in bottiglia per almeno 6 anni. Anche per via della piacevole alternanza di sentori fruttati e floreali,su toni sulfurei e di talco, risulta difficile riuscire a staccarsi da un calice perfettamente bilanciato tra freschezza e sapidità. Beva appagante per potenza che chiude su una piacevole sapidità. Struttura e tessitura che si abbinano a tutto pasto.
A sorpresa, a fine masterclass il Sessantamesi Sosta Tre Santi Etna Brut di Nicosia Winery e’ stato abbinato al piatto appositamente studiato dal resident chef de l’Osteria di Cantine Nicosia, Angelo Cinquerughe, che ha proposto il suo Perlàge di Spigola, che ha riscosso ottimo consenso dai partecipanti, sposando al meglio aromi e profumi del prestigioso spumante di Cantine Nicosia.
Le luci della sera puntellavano nel frattempo lo skyline, con lo Jonio sullo sfondo, mentre il “Sosta Tre Santi Party in Vigna” prendeva corpo, con una spettacolare sciabolata di benvenuto presentata da Giada Capriotti, protagonisti lo stesso Graziano Nicosia e Marco Marcialis.
Lo “Spettacolo delle Bolle”, le “Isole del Gusto” con i barbecue e la grande varietà di street food e la spaghettata di mezzanotte preparate da L’Osteria di Cantine Nicosia, degustate dai numerosissimi partecipanti, con i migliori abbinamenti ai “Banchi d’Assaggio” protagonisti gli spumanti, hanno fatto il resto. Gli amanti dei cocktail hanno apprezzato anche l’angolo Mixology di Amaro Amara.
Davvero ricca l’offerta di spumanti ai banchi, che hanno proposto tutte le nuove annate degli spumanti dell’Etna Sosta Tre Santi sia blanc de blancs da uve Carricante che blanc de noir da Nerello Mascalese. Tra le bolle degustate anche le diverse etichette della prestigiosa maison di Palmer & Co. con i suoi grandi Champagne.
Spazio di riguardo anche ai vini fermi di Nicosia, Etna Doc Bianco e Rosso di contrada Monte Gorna e contrada Monte San Nicolò.
Quello degli spumanti è infatti un mondo variegato, fatto di protagonisti e grandi interpreti del tempo e dei terroir, maestri nell’incapsulare le esuberanti espressioni di vitigni diversi in etichette, non più legate solo al concetto di festa. E gli eventi a casa Nicosia si susseguiranno quest’estate, a partire da “La Notte Bianca del Carricante” del 9 agosto, con focus sulle bollicine da blanc de blancs, e non solo !
E’ bene ricordare come l’Etna, anche grazie a Nicosia Winery, si è guadagnata un posto di eccellenza nella moderna spumantistica internazionale ed il nutrito palmares della produzione spumantistica Sosta Tre Santi nel 2023 si è impreziosito, grazie al riconoscimento di Wine Enthusiast che colloca nella top 100 dei migliori vini al mondo l’Etna Rosato Brut 2019.
Ancora una volta l’instancabile passione della famiglia Nicosia, costante nella valorizzazione del territorio vitivinicolo siciliano ha decretato il successo di uno degli eventi più attesi dell’anno, confrontandosi all’interno della speciale masterclass con le eccellenze spumantistiche del panorama enologico italiano. Un successo che si ripete da quattro anni, per una serata unica, attesa da molti per celebrare le bollicine ed il buon cibo, abbinato all’immancabile soundtrack , quest’anno protagonista la musica live di Marco Selvaggio ed il suo Hang dalle note ipnotiche, per finire con l’immancabile DJ set.