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Bianchi fronte mare…con sorpresa!

Vini bianchi prodotti in aree baciate dall’influsso benefico del mare e, in territori fortunati, dall’alchimia dei venti, il tema della Masterclass di Tenute Nicosia nel palcoscenico naturale delle vigne di Monte Gorna

Cos’hanno in comune i vini frutto delle vigne baciate da Eolo benefico che, ad esempio, sale dal mediterraneo verso le vigne di Vittoria, con quelli frutto dell’anima nera del vulcano puntualmente addolcita dalla brezza marina dello Jonio, piuttosto che i bianchi dei Castelli di Jesi raggiunti dai venti marini che dall’Adriatico risalgono l’Esìno ?

Questo l’intrigante quesito e focus della masterclass alla cieca condotta da Maria Carella enologa di Tenute Nicosia in occasione di Cantine Aperte, in uno splendido pomeriggio di primavera, dal titolo evocativo “Bianchi Fronte Mare”.

Luminosità, intensità e sapidità accomunano di certo i vini bianchi prodotti in aree baciate dall’influsso benefico del mare e, in territori fortunati, l’alchimia dei venti tiene sane le piante.

Il nostro percorso bendato, impreziosito dal contributo di Santi Natola, Antonio Marino e Marco Marcialis della bella squadra di Tenute Nicosia, diventa intrigante excursus sulle caratteristiche dei bianchi da uve autoctone, da diverse annate, allevate in terroir differenti, anche per condizioni pedoclimatiche, ma tutti con lo sguardo comune verso il mare.

Il primo vino del blind tasting, che scopriremo poi essere il Tenute Nicosia Grillo Fondo Filara 2022 

Esprime uno spettro aromatico su piacevoli sentori di frutta, caldo e profumi concentrati al naso, ma al contempo fresco della sua gioventù e sapido sul finale. Qui le vigne sabbiose di Vittoria subiscono l’influenza irruente del Mediterraneo.

Altra storia quella del 2° vino, che si concede subito su note più fresche, floreali e maggiore acidità.  

Contrada Monte Gorna 2022 di Tenute Nicosia. Qui il carricante esprime già il potenziale del terroir etneo, con la sua mineralità ancora accennata, sentori di ginestra, agrumati e fruttati, su un bel finale sapido. Il vigneto del ripido conetto vulcanico di Monte Gorna è ben esposto a sud est sulla riviera jonica, beneficiando di sbalzi termici salutari e di una puntuale brezza marina.

 Il Terzo vino, già al naso ci racconta altre storie, che scopriamo essere quelle di Natalino Crognaletti che da Montecarotto produce questo Campo delle Oche Fattoria San Lorenzo 2020. Si parla di un Verdicchio dei Castelli di Jesi che regala note sulfuree su un profilo aromatico già differente. Note floreali di tiglio e camomilla, e poi fruttate, nuances di zafferano ed erbe aromatiche e un finale amaricante di mandorla, accompagnano una sapidità elegante. L’assaggio risulta equilibrato da una bella morbidezza che riempie il palato. “Natura e attesa” il claim di Natalino Crognaletti che concede ai suoi vini lunghe permanenze sulle fecce fini, donandogli una complessità che si esprime coinvolgente e di carattere, per un sorso caldo, marino e opulento.

Il quarto vino alla cieca, appare subito un vino iodato, salmastro più che sapido. Non abbiamo la freschezza e lo scarto di un vino giovane, ma un piacevolissimo gioco sui terziari. Note di alghe, salicornia e un finale di mandorla per il Tenute Nicosia Fondo Filara Grillo 2020. Il suolo variegato di sabbia e tufo, a 250 mt. slm, con quello strato di calcare che da finezza ai vini da Vittoria, e il sapiente affinamento in bottiglia sviluppano, al di là dell’agrume, belle note idrocarburiche che rimandano al nord Europa. Uno stato di grazia del Grillo. di cui forse bisognerebbe riscrivere la carta d’identità !

Maria Carella ci racconta la sua visione della mano enologica che dovrebbe guidare gli autoctoni siciliani, assecondando le caratteristiche del varietale e tenendo in vista l’obiettivo enologico che si vuol raggiungere. “L’idea del vino parte dalla vigna, ma ad esempio l’Insolia sarà predisposta alle note olfattive e ad una short life, mentre in bottiglia il Grillo si complessa sempre di più, regalando note inaspettate”.

Un quinto vino che al calice anticipa con lucenti note ambrate il suo bel carattere. E’ l’Etna Bianco Contrada Monte Gorna 2014, che sta attraversando consapevole il tempo, virando sulla frutta secca, l’albicocca, sensazioni di caramella mou e una nota burrosa. Come ci ricorda Santi Natola, “Certi vini sono capaci di gestirsi negli anni, cambiando pelle e, attraversando il tempo, si emancipano.In questo caso il carricante vira dalla gioventù generosa e concessiva, fino ad una articolazione aromatica inaspettata”.

Troviamo che le lievi note ossidative, sono ben bilanciate dalla sapidità, con una parte glicerica più importante e belle note terziarie. Un gioco intrigante tra dolcezza e sapidità.

Piacevole break, con un brindisi da bollicine di Carricante, Sosta Tre Santi Trenta Mesi di Tenute Nicosia. Sapidità , freschezza e intensità per questo metodo classico che, specifica Marco Marcialis, ci racconta un’interpretazione felice di questa vigna, “Interpretando al meglio il grosso vantaggio della mineralità del suolo e l’esposizione alla brezza marina, esprimendo ricordi di ginestra, limone, su una nota delicata di mandorla, e che al sorso incarna la spuma del mare”.

Qui ricorda Maria Carella, è fondamentale il connubio tra l’acidità, collegata ad una giusta maturità fenolica, e il grado zuccherino ideale, per immaginare un riuscito metodo classico.

Antonio Marino, ricorda agli ospiti che Tenute Nicosia ne ha in affinamento una versione 60mesi, che noi abbiamo assaggiato in anteprima nel corso di “Primavera in Bolle” leggi anche “Primavera in bolle , Tenute Nicosia presenta le nuove sboccature”

Una bollicina su cui punta a ragione l’azienda, prolungando la sosta sui lieviti del metodo classico da carricante Sosta Tre Santi di Tenute Nicosia. Antonio ricorda l’immancabile appuntamento di “Bolle in Vigna”, dove il 24 Luglio tema del viaggio degustativo e preludio della grande festa con party finale, saranno gli “spumanti metodo classico da vitigni autoctoni”, con una imperdibile masterclass curata da Daniela Scrobogna.

L’ultimo vino, solo apparentemente  in deroga con la degustazione, dimostra quanto il “vista mare” sia importante, per il carattere di questi vini. La costiera amalfitana ci ospita idealmente con l’assaggio del Furore Rosso Marisa Cuomo 2021. Vigne su pendenze incredibili e stretti terrazzamenti si tuffano sul Tirreno, che regala all’ Aglianico una sorprendente sapidità che rompe gli schemi. Viticultura eroica, ricchezza dei suoli e calore del mare, si esprimono nella insospettata delicatezza del tannino, in un sapido equilibrio generato dal fronte mare.

Il racconto si conclude al tramonto, e ci ricorda come la luce metta le ali ai terpeni, ai sentori primari, alla finezza di vini come questi, che ci regalano -per dirla con Santi Natola– “una saporosità salina, che qualifica il sorso ed invoglia la bevuta”.