Si può dare un segno di pace anche a tavola, luogo per antonomasia deputato alla convivialità e quindi alle riappacificazioni. E chissà che il re dello street food siciliano non faccia il miracolo di chiudere una disputa che ha valicato i confini della Trinacria per giungere sino all’Accademia della Crusca che se ne è uscita quasi…salomonicamente.
Arancino o arancina?
Catanesi e palermitani rivendicano non tanto la primogenitura culinaria ma – curiosamente – quella anagrafica. Certo, si prepara diversamente, come diversa è la forma, le varianti sono innumerevoli in ogni angolo della Sicilia ma non si addiviene – mai e poi mai – a un accordo strategico e definitivo.
Il nome deriva dalla forma? Più tondeggiante nel capoluogo, a punta (non a caso…) alle falde dell’Etna. E’ una ipotesi, una delle tante. Fatto sta che a parte la forma quella bontà è il simbolo del cibo di strada siciliano e uno dei prodotti della cucina isolana più noti e apprezzati al mondo.
Varrebbe la pena, quindi, sospendere ogni ostilità lessicale e godersi tutto il gusto dell’arancino/a come invitano a fare gli organizzatori di “Arancinu solidale” che, giovedì 22 maggio a Pedara, (zona Expo) dalle 18 alle 22, si propone di addivenire a una sorta di trattato di pace: chiamiamolo “arancinu” e non se ne parli più, specialmente se il risultato è così ricco di gusto da far dimenticare (e magari anche accantonare) le dispute ideologico/lessicali che servono davvero a ben poco davanti a tale trionfo del gusto e della ricchissima storia gastronomica dell’Isola
Il Comune di Pedara, guidato dal sindaco Cristaudo, assieme all’Associazione provinciale cuochi e pasticceri etnei, alle Misericordie, all’Associazione Ultreya, agli Amici delle missioni, all’Istituto comprensivo Casella e all’Istituto Alberghiero di Nicolosi, tendono un ramoscello d’ulivo che mira a un gesto concreto di solidarietà: raccogliere fondi per aiutare chi ha più bisogno. La finalità principale è quella di contribuire alla realizzazione di una scuola in Guinea Bissau.
Vincerà sicuramente il gusto degli arancini, realizzati con grande impegno dagli chef della zona (braccio operativo della manifestazione) che sarà il miglior viatico per spingere tutti i partecipanti a una gara di donazioni.
Una pax, quindi, o almeno una… tregua, in nome del gusto e della solidarietà.