L’antico gioco del Maiorchino ha origini risalenti ai primi decenni del ‘600, quando era ampiamente praticato nel territorio messinese, soprattutto nelle zone tra i Nebrodi ed i Peloritani. Oggi però questo gioco viene praticato soltanto a Novara di Sicilia, dove nel tempo si è radicato nella cultura tradizionale ed è stato tramandato di generazione in generazione. In questo paese particolarmente legato al rispetto delle tradizioni e della cultura locali, i residenti giocano al Maiorchino con entusiasmo e partecipazione, nel periodo che precede il Carnevale, seguendo le tradizionali regole.
Il gioco, caratterizzato da un misto di abilità e fortuna, consiste nel lanciare una ruzzola di formaggio Maiorchino lungo il percorso cittadino di circa 1 km, che parte dall’inizio della via Duomo e si sviluppa lungo il centro storico del Paese, fino ad arrivare al muretto del piano Don Michele. La squadra che raggiunge il traguardo con il numero minore di lanci vince la gara.
I lanci vengono effettuati arrotolando intorno alla forma di formaggio una corda incerata (lazzata) lunga 3-3,5 mt che, srotolandosi, imprime notevole forza e direzione alla forma di formaggio che inizia a rotolare e saltellare lungo il percorso non sempre liscio e regolare. Dal punto in cui la forma di Maiorchino si ferma i giocatori, facendo leva sul piede di appoggio fermo (pedi fermu) sul punto segnato, e senza alcuna rincorsa, lanciano nuovamente il maiorchino. La squadra vincitrice riceve in premio una forma di maiorchino.
Durante lo svolgimento della gara, non è inconsueto sentire parole in lingue diverse ed accenti arcaici, segno di una tradizione anche linguistica che si rinnova insieme al gioco.
Il torneo, che vede coinvolte numerose squadre composte sia da abitanti di Novara di Sicilia che da persone provenienti da altri territori, si svolge nei fine settimana del mese che precede il Carnevale e culmina nell’ultima domenica prima di Carnevale, giornata in cui si disputa la finale tra le squadre in competizione. Il martedì successivo, invece, si disputa la finale del torneo femminile. Al termine del torneo si celebra la Festa del maiorchino. L’associazione che da oltre 22 anni si occupa del gioco è il Circolo Sportivo Olimpia Il Maiorchino il cui presidente è Angelo Di Pietro.
L’edizione 2024 di Tocatì dal titolo L’Italia che gioca si disputa dal 13 al 15 settembre con due grandi novità: la presenza per la prima volta di comunità ludiche di tutte le regioni d’Italia e la scelta di spostare il Festival a Veronetta, una zona più decentrata rispetto al centro storico della città.
La XXIIesima edizione è quindi interamente dedicata all’Italia con la partecipazione di comunità ludiche provenienti da tutte le regioni della penisola che porteranno a Verona gioco e cultura dei loro territori. Con questa iniziativa si vuole rafforzare la rete di Tocatì, un programma condiviso per la salvaguardia dei giochi e sport tradizionali – un programma permanente, di cui il Festival è l’azione principale – iscritto nel Registro delle Buone Pratiche di Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO nel dicembre 2022.
La scelta di ospitare solo le comunità italiane darà la possibilità non solo di rafforzare il dialogo e lo scambio tra comunità nella splendida cornice di Tocatì, ma anche di raccontare i territori da cui provengono e gli elementi del patrimonio culturale immateriale di cui sono i detentori, come la lingua locale, il cibo tradizionale e l’artigianato. Un’occasione unica per conoscere l’Italia attraverso il gioco e per scoprire il legame che da sempre lega a doppio filo territorio, cultura e storia.
Oltre ai tanti giochi presenti non mancheranno come di consueto momenti di riflessione con incontri, proiezioni e presentazioni di libri, in cui registi, pedagogisti, scrittori e personalità dello spettacolo racconteranno il tema del gioco con varie sfaccettature ed esempi.
Tocatì è organizzato da Associazione Giochi Antichi (AGA), in collaborazione con il Comune di Verona, patrocinato dall’Università degli Studi di Verona, dall’Associazione Europea Giochi e Sport Tradizionali (AEJEST) e dal MIC – Ministero della Cultura Italiana con la collaborazione e il sostengo dell’ICPI – Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale e della Regione del Veneto.