Presentata ufficialmente la nuova etichetta da collezione di Al-Cantàra, denominata “Don Candeloro” – come la raccolta di novelle di Giovanni Verga del 1894 – caratterizzata dalla produzione in limited edition e dalla unicità delle singole etichette.
E’ nota la passione del produttore Pucci Giuffrida per la letteratura, la poesia e l’arte in generale che si traducono puntualmente nei nomi con cui ha battezzato i vini, tutti ispirati a versi ed opere letterarie di autori siciliani, e che sono valsi ad Al-Cantàra numerosi premi. Ma quest’anno la cantina etnea si è aggiudicata addirittura il titolo di “Cantina dell’anno 2023 al Vinitaly, Best 5StarWines” totalizzando il miglior risultato con ben otto vini di Al-Cantàra piazzatisi nel blind tasting fra i primi tre posti tra oltre mille etichette, ed ha visto tra i rosati “Amuri di fimmina e amuri di matri”, Etna doc 2021 da nerello mascalese, aggiudicarsi il primo posto assoluto.
I vini da collezione diventano quindi quattro, tra cui un solo Etna bianco Doc, “Raiju” di bellicza. Dopo i primi due rossi da collezione Al-Cantàra: “Liolà” (Etna Rosso Doc) e l’IGP “Pensaci Giacumino”, anche stavolta la mano felice dell’artista Annachiara Di Pietro “veste” questo vino da collezione, con un’etichetta che è un’opera d’arte: tre pupi siciliani – Don Candeloro era un burattinaio – sullo sfondo di un sipario con i decori tipici del teatro dell’Opera dei Pupi, riletti secondo i codici stilistici dell’artista, che da anni collabora con Al-Cantàra. Tutte le etichette sono numerate e rifinite a mano. In sostanza una sorta di “litografia acquerellata”, perché le etichette vengono realizzate lasciando delle zone in bianco, cosicchè l’autrice Annachiara Di Pietro, interviene con differenti pennellate che rendono unica ciascuna bottiglia, che diventa così un pezzo da collezione.
L’ultimo nato di Al-Cantàra , “Don Candeloro” Etna doc 2019, è un omaggio al grande romanziere Giovanni Verga del quale nel 2022 si sono celebrati i cento anni dalla nascita, ed in occasione della presentazione di questo quarto vino da collezione, Pucci Giuffrida è riuscito ad avere anche la straordinaria presenza della pro-nipote del grande scrittore, Carla Verga, che ha narrato tanti aneddoti di storia vissuta dell’autore dei Malavoglia e di Mastro Don Gesualdo. Carla, ha condiviso con il pubblico di Al-Cantàra ricordi inediti del prozio Giovanni, dei periodi vissuti dalle varie generazioni nella Tenuta di Tiepidi tra Vizzini e Licodia Eubea, e della passione familiare per la lettura e la letteratura ed il culto per Sant’Anna, che ogni anno veniva ricordata il 26 luglio a Casa Verga, con un ricco pranzo offerto ai poveri del quartiere nella corte interna della casa-museo nel centro storico di Catania. La presentazione di “Don Candeloro” ha visto il contributo di Rossella Romano, studiosa dello scrittore di Vizzini, che ha raccontato dei passi della novella.
Pucci Giuffrida ed il direttore commerciale Gianluca Calì raccontano che solo quattro anni fa Al-Cantàra ha iniziato a selezionare un determinato vino, sempre Etna Doc, del quale produrre esclusivamente una limited edition di bottiglie, tra 900 e 1400. Un procedimento guidato dall’enologo Salvo Rizzuto, che da oltre dieci anni è a fianco del produttore Pucci Giuffrida, con il quale realizza questi vini sorprendenti per qualità ed eleganza.
In particolare questo vino, da uve di nerello mascalese in purezza, provenienti dal cru di C.da Feudo Sant’Anastasia di Randazzo, frutto della vendemmia 2019, annata particolarmente calda e considerata, anche per il versante nord, una delle migliori degli ultimi anni per il vulcano, registra il ritorno ai tonneaux tradizionali in castagno dove affina per un anno, subendo la fermentazione malolattica e godendo della particolare microssigenazione che questo legno consente, sosta dodici mesi in acciaio e quindi almeno un altro anno in sole 1340 bottiglie, prima di essere immesso sul mercato.